Disastro Moby Prince, parla il figlio del comandante
Disastro Moby Prince, parla il figlio del comandante: “Si è voluto costruire questo disegno: nebbia, morte repentina e colpa del comandante della Moby Prince. La Commissione parlamentare ha ribaltato tutto e ora vogliamo giustizia”
Luchino Chessa, figlio di Ugo, il comandante morto nel disastro della Moby Prince, noto per le sue battaglie alla ricerca della verità sul tragico incidente, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
I familiari delle vittime dell’incendio del Moby Prince avvenuto nel 1991 hanno deciso di citare a giudizio i ministeri della difesa e dei trasporti. “Sono tanti 30 anni di battaglie per la verità –ha affermato Chessa-. Tutto è cambiato grazie alla commissione parlamentare d’inchiesta che ha completamente ribaltato le verità processuali del passato. La tesi della nebbia come causa principale della collisione è stata smontata, così come la velocità del traghetto e la superficialità del comandante, così come la morte repentina di tutti i passeggeri e l’equipaggio nell’arco di 30 minuti. E’ stato anche detto che mio padre fosse distratto dalla partita della Coppa delle Coppe tra Juve e Barcellona, una cosa allucinante. Mio padre era un comandante molto scrupoloso, mai avrebbe fatto una cosa del genere, è impensabile. Per quanto riguarda la nebbia, in Commissione d’inchiesta i periti che hanno lavorato in questo campo hanno ripreso tutte le testimonianze e la gran parte dei testimoni ha dichiarato che non c’era nebbia e poi c’era anche il bollettino meteorologico che lo diceva. Abbiamo citato a giudizio i ministeri di difesa e trasporti perché i ministeri di allora avrebbero dovuto occuparsi della sicurezza del porto di Livorno e non l’hanno fatto. Nessuno ha controllato e nessuno poi ha soccorso Moby Prince dopo la collisione con la petroliera. C’è un filo che lega tutto che è ancora da scoprire. Si poteva lasciare tutto così, ma come cittadini e come figli del comandante io, mio fratello e anche gli altri familiari delle vittime abbiamo deciso di andare avanti e di continuare a cercare la verità e avere giustizia. Sicuramente sono subentrate una serie di azioni manomissive e omissive fin da prima. Si doveva costruire questo disegno: nebbia, morte repentina e colpa del comandante della Moby Prince”.