Il caso del Generale Mario Mori, l’ex vice comandante dei Ros e capo dei servizi civili di nuovo sotto accusa per le stragi del 1993 e la cosiddetta trattativa Stato-mafia, fa discutere anche nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, quella che uccise uno dei giudici con cui ebbe modo di collaborare, Giovanni Falcone. A commentare la nuova inchiesta aperta dalla Procura di Firenze iscrivendo nel registro degli indagati il Generale Mori con le gravissime accuse di strage, associazione mafiosa, terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico in seguito agli attentati di Firenze, Milano e Roma del 1993, è Giovanni Donzelli, uno dei deputati di punta di Fratelli d’Italia
Trattativa Stato-mafia e stragi del 1993: qual è la posizione di Fratelli d’Italia sul caso Mori. Donzelli: “Contro di lui un accanimento”
Intercettato da Tag24, Giovanni Donzelli, deputato del partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, ha commentato la notizia della nuova inchiesta aperta sul generale Mario Mori con queste parole:
“Il Generale Mori è un uomo delle istituzioni ed è molto pericoloso screditare chi ha servito la Nazione come ha fatto lui. Si rischia di fare un favore alla criminalità attaccare a tutti i costi dei servitori dello Stato e provare in tutti i modi a devastargli la vita. Credo che uomini come Mori debbano essere rispettati”
Poi, ricordando, come ha fatto lo stesso Generale, i tre processi da cui è uscito assolto negli ultimi 23 anni, Donzelli si è detto convinto che:
“Se davvero avesse fatto qualcosa contro lo Stato, con queste indagini continue sarebbe emerso. Credo che contro di lui ci sia un brutto accanimento. Detto questo, ho fiducia nella giustizia. E anche questa volta, se farà in tempo, il Generale dimostrerà la sua innocenza. Dico se farà in tempo visto che ha 85 anni, e avrebbe meritato di vivere questi anni in serenità”.
Sta di fatto che il caso Mori apre, dopo l’inchiesta di Genova che ha coinvolto il Governatore della Liguria Giovanni Toti, un altro fronte di scontro che vede Governo e maggioranza da una parte e magistratura dall’altra. Proprio mentre per la riforma della giustizia del ministro Carlo Nordio sta arrivando il momento della verità.