C’erano più di 200 artisti, tra pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori, ad incontrare papa Francesco nella meravigliosa cornice della Cappella Sistina, venerdì scorso.
Papa Francesco e gli artisti
Un tema, quello dell’arte e del suo sottile e profondissimo legame con la fede, che attira molto i pontefici e in particolare il papa latinoamericano amico di Borges. E Francesco ha rivolto al mondo degli artisti un discorso di altissimo profilo, nonostante nella stessa mattinata abbia confessato di avere ancora la voce affaticata dalla recente operazione all’addome al Policlinico Gemelli.
Bergoglio ha citato il filosofo Romano Guardini, a cui è particolarmente legato: “Lo stato in cui si trova l’artista quando crea è affine a quello del fanciullo e pure del veggente”. Allora -spiega il papa- l’artista acquista la spontaneità del bambino che immagina e l’acutezza del veggente che coglie la realtà.
A proposito della creatività artistica, Francesco ha citato il “Libro del profeta Isaia”, quando Dio dice: “Ecco, faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia: non ve ne accorgete?” (43,19), e l’”Apocalisse”, quando Dio conferma: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (21,5); e ne ha concluso che: “La creatività dell’artista sembra così partecipare della passione generativa di Dio.”
Voi siete occhi che guardano e che sognano, siete alleati del sogno di Dio, ha proseguito liricamente Francesco. “Sapete sognare nuove versioni del mondo…sapete guardare le cose – ha proseguito il papa nel passaggio più forte e critico- sia in profondità sia in lontananza, come sentinelle che scrutano l’orizzonte e scandagliano la realtà al di là delle apparenze….sottraendovi al potere suggestionante di quella presunta bellezza artificiale e superficiale oggi diffusa e spesso complice dei meccanismi economici che generano disuguaglianze”. Una bellezza che nasce morta, denuncia con forza Bergoglio, finta, cosmetica, un maquillage che nasconde invece di rivelare. Insomma, un “trucco”.
Come i profeti biblici, ha proseguito Bergoglio, voi siete coscienza critica della società e della cultura, e vi sta a cuore, come a me: “l’umanità dell’umanità, la dimensione umana dell’umanità”.
Il rapporto tra fede e bellezza
Citando, poi, Simone Weil, Francesco ha introdotto il tema dei rapporti tra la bellezza e la fede: “La bellezza seduce la carne per ottenere il permesso di passare fino all’anima”. Ma come si fa a distinguere -si è chiesto Bergoglio- la bellezza autentica, che è riflesso del buono del giusto e del vero, dalla bellezza che è un trucco, un inganno, capace di anestetizzare le coscienze rivestendosi di potere e di sacralità banalizzata?
Un criterio importante per discernere, si risponde Francesco, è quello dell’armonia, che non è mero equilibrio o omologazione di cose, bensì unità superiore alla somma delle parti, riconciliazione delle differenze. Ma, aggiunge il papa gesuita, un altro criterio per smascherare la bellezza artificiale da quella pienamente umana consiste nell’ironia, “virtù meravigliosa” (che è uno dei nomi di Dio, diceva Raimon Panikkar), di cui è piena la Bibbia, e che si fa gioco “della presunzione di autosufficienza, della prevaricazione, dell’ingiustizia e della disumanità…e di un senso religioso banalizzato o commercializzato”.
Raffaele Luise
Leggi anche Povertà, Papa Francesco: “Un fiume che sembra travolgerci, basta indifferenza”