Ormai è guerra aperta tra Davide Casaleggio e il M5S, con il primo attacca su Facebook i Cinquestelle per non aver difeso suo padre dall’inchiesta sui presunti soldi ricevuti dal Venezuela, da cui è stato assolto.
Si dice “dispiaciuto” per la decisione degli esponenti del Movimento fondato da suo padre di non esporsi in suo favore di fronte al fango che veniva gettato sulla sua figura, anche da morto.
Casaleggio assolto, non prese soldi dal Venezuela, il figlio su Facebook contro il M5S: “Io da solo a difendere il suo nome”
Continuano a volari i proverbiali ‘stracci’ tra il Movimento 5 Stelle e Davide Casaleggio, figlio del co-fondatore Gianroberto.
Dopo gli attacchi frontali ai Cinquestelle per quello in cui si sono trasformati, inseguendo l’alleanza strategica con il Partito democratico, e l’indicazione di Giuseppe Conte come principale responsabile di tale deriva, oggi arriva l’affondo per una questione decisamente più personale.
Il motivo è l’assoluzione di suo padre arrivata ieri, 2 luglio 2024, per il caso dei presunti 3,5 milioni di euro ricevuti nel 2010 dal Venezuela. Indagine nata da un articolo pubblicato nel 2020 dal quotidiano spagnolo Abc che ora i giudici hanno stabilito essere praticamente inventato.
Su Facebook, Casaleggio canta vittoria ma non perde l’occasione per togliersi l’ennesimo sassolino dalla scarpa nei confronti dell’ormai ex creatura di suo padre, accusandola di averlo lasciato solo nella difesa del genitore.
“Ho portato avanti per 4 anni questa causa fino in fondo in tribunale, come promesso dal primo giorno perché non voglio che neanche una macchia di fango rimanga su una persona che non può più difendersi. Mi è spiaciuto che il Movimento da lui creato abbia deciso di non farlo“.
L’accusa al mondo del giornalismo italiano: “Spero che le testate che rilanciarono la notizia rettifichino i 185 articoli pubblicati”
Ma Davide Casaleggio ne ha un po’ per tutti e se la prende sia con la giustizia ma anche con il giornalismo, italiano e non solo.
Nel suo post, infatti, non manca di mettere in evidenza i “soli 4 anni” di tempo che sono stati necessari per sancire l’innocenza di suo padre. Inoltre, sottolinea le “tecniche giornalistiche spregevoli“ con cui venne confezionato il presunto scoop, tra “vaghe fonti anonime” e documenti rivelatisi falsi.
Circostanze che portano Casaleggio a rivolgersi alle testate italiane che, all’epoca, ripresero la notizia:
“Spero che le testate che hanno pubblicato i 185 articoli ancora reperibili online che hanno rilanciato questa notizia in Italia, abbiano il buon cuore di rettificarli, se ancora avevano dubbi sulla questione”.
Un appello che, tra le righe, Casaleggio sembra aspettarsi possa cadere nel vuoto. Anche lui è consapevole, infatti, di come la stampa, in alcuni casi, sia ormai ridotto a mero strumento di lotta politica. Difficile sperare, dunque, che chi decise di pubblicare quegli articoli con l’intento evidente di indebolire il Movimento 5 Stelle, faccia un passo indietro netto ed esplicito.