Alle Olimpiadi di Parigi un caso al giorno. E ci riguarda ancora una volta da vicino. Anzi, stavolta di più. Dagli arbitraggi della scherma e del judo, si è passati al ring di pugilato femminile, ma stavolta i giudici, la var o il monitor e gli arbitri non c’entrano nulla. Zero. A finire nell’occhio del ciclone è Imane Khleif, una pugile algerina, che ha il testosterone di un uomo e si prepara ad affrontare la pugile azzurra Angela Carini. Apriti cielo.
A Parigi è scoppiato un vero e proprio caso politico e non sfugge la coincidenza che in mezzo ci sia ancora una volta l’Italia. Il match tra le due sfidanti ci sarà il primo agosto, il problema è che l’atleta algerina era stata squalificata dai Mondiali di Nuova Delhi. Khelif aveva gareggiato in quella circostanza, era arrivata fino in finale, ma dopo alcuni test medici, perché la sua struttura mascolina non convinceva, era venuto fuori un tasso di testosterone sopra ai livelli di guardia e l’Iba, la Federazione di boxe, ha deciso di escluderla da ogni competizione femminile. Una regola però, quello del livello di testosterone, che non è all’interno del Cio, quindi alle Olimpiadi può gareggiare e può affrontare le altre atlete. Ed ecco che è esploso un caso arrivato fino in Parlamento.
Olimpiadi Parigi 2024, la pugile transgender Imane Khelif, Donzelli: “Una sfida sleale”. Magi: “Va affrontato come tema”
Per la ragazza algerina, perché lei tale è fino a prova contraria, si è sempre opposta e ha gridato al complotto”, tanto da gridare al mondo intero di essere nata e sempre stata “una donna e con le donne voglio giustamente gareggiare“. Non sono stati dello stesso avviso la federazione internazionale di boxe presieduta dal russo Kremlev che, dopo aver garantito di aver “trovato cromosomi XY nelle sue cellule”, l’ha fatta squalificare.
E fin qui la sua storia, adesso deve affrontare la pugile italiana perché per il Cio il problema non sussiste. In Italia, il primo a sollevare il polverone è stato come al solito il vice-ministro Matteo Salvini che ha addirittura parlato di “cultura woke all’ennesima potenza“. L’inviato di Tag24 Michele Lilla ha chiesto pareri e riflessioni a parlamentari sia di destra che di sinistra. Il primo ad esprime un’opinione è stato Giovanni Donzelli, deputato e responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, al quale non sembrava vero di dare addosso ad una situazione che, probabilmente, conosce poco, soffermandosi più sul sentito dire che sull’approfondimento vero e proprio, come dovrebbe essere invece fatto su una situazione come questa, assai delicata e forse border-line, ma non tanto per la questione sportiva, quanto per altro.
Ad ogni modo Donzelli rincara la dose e cavalca l’onda dell'”ingiustizia“, anche perché, come sostiene a Tag24, si tratta “di una sfida sleale” perché, sostiene lui, qui non si tratta se uno “è algerino o italiano, ma di una donna che non è una donna e che deve competere fisicamente con altre donne, in questo caso non c’è parità, anche perché un uomo che si dice si sente donna come può competere lealmente con altre donne? Tutto questo è una follia, mi chiedo dove siano le femministe…“.
Il Comitato olimpico algerino aveva confermato si trattasse di una “donna che deve gareggiare con le donne”, esprimendo la propria vicinanza e solidarietà all’atleta e sostenendo che l’avrebbe iscritta ai Giochi olimpici. Di un avviso diverso e assai più diplomatico, più che altro perché conosce poco la materia del contendere, il segretario di +Europa Riccardo Magi che con sorriso un po’ troppo scanzonato avvisa: “Non conosco bene la situazione, non sto seguendo molto le Olimpiadi, ma è un tema che va affrontato, anche perché dovremmo impegnarci al riconoscimento del genere non binario”.
La verità è che, da quello che sta emergendo, si tratta di una storia dove si è fatto il passo più lungo della gamba, senza conoscere bene la situazione e la vita di questa ragazza, perché tale è e deve essere considerata fino a prova contraria (che non c’è allo stato attuale ndr). E poco importa, dal punto di vista scientifico del “cromosoma xy nelle cellule” perché, col passare delle ore e con l’interesse di diversi esperti scientifici, che in realtà avrebbero dovuto farsi avanti anche durante i mondiali di boxe, ma si sa le Olimpiadi hanno tutt’altro scenario e palcoscenico, ma tant’è.
In ballo entra anche l’Istituto Superiore di Sanità che nel 2023, riguardante la fisionomia di una persona che potrebbe essere definita con il termine di Intersex, che tanti scienziati in queste ore stanno definendo tale la Imane Khleif, aveva pubblicato quanto segue: “Intersex è un termine ombrello che include tutte le variazioni innate (ovvero presenti fin dalla nascita) nelle caratteristiche del sesso, caratteristiche che non rientrano nelle tipiche nozioni dei corpi considerati femminili o maschili. Queste variazioni possono riguardare i cromosomi sessuali, gli ormoni sessuali, i genitali esterni o le componenti interne dell’apparato riproduttivo“.