Dal caso Marra a operazione sistema. Alfonso Sabella a tutto tondo questa mattina su Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG. Sul caso Marra Sabella ricorda: “Non l’ho mai incontrato, quando arrivai in Campidoglio era già stato emarginato”, mentre su operazione sistema l’ex assessore alla Legalità di Roma Capitale svela: “Denunciai molte cose simili nel quattordicesimo municipio”.

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Sul caso Marra:: “Un’altra dimostrazione purtroppo del livello di corruzione che c’è a Roma nella macchina capitolina, soprattutto nella burocrazia.  Quando ero assessore non ho avuto modo di conoscerlo, perché molto prima che io arrivassi, il capo segreteria di Marino Enzo Foschi, lo aveva messo ai margini perché era un personaggio molto chiacchierato e molto discusso. Ora occorre che la magistratura faccia il suo lavoro accertando le sue responsabilità anche se io cito sempre una metafora di Piercamillo Davigo che ai tempi di tangentopoli diceva, ‘Se io invito a cena un amico e quando se ne va non trovo più l’argenteria, non aspetto la sentenza passata in giudicato per non invitarlo più a cena, comincio a non chiamarlo più’. Questo purtroppo nell’amministrazione pubblica non avviene. Per quello che ho letto sui giornali non mi pare che l’indagine della magistratura, sia fondata da notizie diverse da quelle che Fittipaldi aveva pubblicato su l’Espresso tre o quattro mesi fa. Sono fatti che erano noti ai più da oltre tre mesi.”

Su chi pensa che esista una giustizia ad ologeria: “La giustizia ad orologeria nel nostro Paese non esiste, è una boutade, siamo in un Paese dove ogni giorno c’è una questione politica, e quindi leggere gli eventi giudiziari come connessi a questa o a un’altra questione politica è quanto di più fuorviante si possa fare per i cittadini.”

Sull’operazione “Sistema”: “Anche oggi ci sono stati arresti per la ristrutturazione di quattro scuole nel XIV municipio.  Non so se sia una denuncia che avevo fatto io quando ero assessore, in quel caso si trattava della ristrutturazione di quattro asili con procedure che facevano rabbrividire. Dalle indagini che avevo fatto era risultato che i lavori non erano stati eseguiti nelle quattro scuole ma in un asilo privato che poi vendeva i suoi servizi in concessione al Comune di Roma e  qualche altro soldo era sparito. Non so se si tratta di questa vicenda, ma non mi stupisce perché proprio sul Municipio XIV avevo visto fatti di questo tipo.

Sulla governabilità di Roma: “ Purtroppo ancora oggi la macchina capitolina è fragile, scalabilissima e aggredibilissima, non abbiamo ancora anticorpi e ci vorrà tempo per acquisirne. Roma è una città dove le mafie esistono ma non è una città mafiosa, è una città corrotta.Io faccio il magistrato e come tale sono legato alla mia costituzione che mi dice che la sovranità è del popolo che poi potrà verificare  se i suoi rappresentati sono all’altezza del compito, se ha sbagliato a sceglierli, ha tempo e modo di rimediare nelle forme democratiche. Sono contrario a forme e strumenti eccezionali e credo che Roma si possa liberare da mafia e corruzione. Occorre farlo con quello che c’è scritto nella nostra costituzione, articolo 54 comma  2, chi è chiamato a ricoprire pubbliche funzioni lo deve fare con disciplina e onore che significa rigido rispetto delle regole e  delle istituzioni. Il problema è che spesso si parla di rispetto delle regole ma si dimentica la capacità e la competenza e questo è il  guaio peggiore del Campidoglio. Paradossalmente preferirei avere una quota in più di delinquenti ed una quota in più di persone competenti perché le persone competenti isolano e mi mettono al riparo dai delinquenti, avendo come unico interesse quello pubblico e non quello privato. Ad essere onesti siamo bravi tutti, il problema è essere onesti facendo le cose e dando risposte ai cittadini evitando una volta per tutte di delegare alla magistratura il controllo di legalità. Su questo l’amministrazione deve fare il suo dovere, controllare la legalità delle procedure, degli appalti prima che arrivi il guaio, non aspettare l’avviso di garanzia. La responsabilità penale e la responsabilità politica sono due cose che viaggiano su due piani totalmente diversi. A Roma serve la politica, un progetto, una visione. Roma non può continuare a svegliarsi tutte le mattine con una retata di arresti per corruzione e con i servizi che non funzionano, non è questa la Capitale d’Italia. Ho sentito oggi che un senzatetto è morto per il freddo, Roma è  una città che non è in grado di dare risposte ai più deboli perché si continua a lavorare con l’emergenza freddo, bisogna programmare per tempo e ancora oggi non si programma niente. Noi avevamo approvato la centrale unica di committenza formata dalle migliori competenze ed è rimasta in un cassetto. Quella non è un’idea di destra o di sinistra, è solo una buona idea e qualcuno dovrebbe spiegarmi perché non si fa perché è il grande ostacolo ai poteri forti. Mi rendo conto che non attizza, ma Roma con 44 stazioni appaltanti e una miriade di funzionari con un potere enorme non potrà mai uscire dalla palude.

Su Ostia:” Devo dire la verità, le voci che mi arrivano è che si sta continuando lavorare, però Ostia ha un problema più delicato rispetto a Roma,  lì il problema principale oltre alla corruzione è la mafia. Ostia è un municipio difficile e complicato,  mi è rimasto nel cuore anche se non ci metto più piede. Purtroppo ci sono persone che continuano tutti i giorni a diffamarmi e ad insultarmi su internet anche se sono fuori da più di un anno dal Campidoglio e allora per evitare problemi anche a dei miei amici che sono ad Ostia,  preferisco non andarci.”