Nel 730/2024: agevolazioni fiscali per le spese sanitarie anche se pagate da altri. Chi effettua il bonifico non deve necessariamente essere chi richiede la detrazione. Riceviamo molte domande con un quesito ricorrente: “Chi può portare in detrazione le spese mediche?“. In effetti, capita spesso che la ricevuta o la fattura siano intestate al contribuente, mentre il pagamento è sostenuto da un familiare o da un altro soggetto (figlio, genitore, ecc.). In tali casistiche, chi ha diritto al rimborso delle spese mediche? Vediamo insieme cosa stabilisce la normativa.
Chi può portare in detrazione le spese sanitarie nel 730/2024?
Come specificato dall’Agenzia delle Entrate, per le spese sanitarie devono essere rispettate alcune regole. In particolare, è possibile detrarre le spese elencate nell’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi o in altre normative fiscali.
A partire dal 1° gennaio 2020, la detrazione del 19% per le spese previste dall’articolo 15 del Tuir richiede che il pagamento avvenga con versamento bancario o postale o con altri mezzi di pagamento tracciabili (carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari).
Il pagamento in contanti è ammesso solo in casi eccezionali, e in particolare per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici di valore significativo.
Chi ha diritto al rimborso delle spese mediche?
È possibile ottenere le detrazioni per le spese sanitarie nel 730/2024 dell’anno in cui le spese sono state sostenute. Le spese devono essere comprovate con la documentazione idonea.
Il contribuente deve conservare i giustificativi delle spese fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui le ha sostenute. Inoltre, i giustificativi devono essere conservati per il periodo di tempo necessario in cui l‘Agenzia delle Entrate può eseguire un accertamento fiscale.
Le tipologie di documenti validi per comprovare le spese sanitarie includono: fatture, ricevute fiscali e scontrini “parlanti” (con la specifica natura, quantità e qualità del bene o servizio sanitario erogato).
L’Agenzia delle Entrate non richiede obbligatoriamente la prova del pagamento per la verifica delle spese sanitarie.
La detrazione delle spese sanitarie è ammessa anche per le spese sostenute per i familiari a carico ai fini fiscali.
Per essere considerato a carico ai fini fiscali, un familiare deve possedere un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Per i figli minori di 24 anni, il limite di reddito per essere considerati a carico è di 4.000 euro.
Infine, è possibile portare in detrazione le spese sanitarie sostenute per una persona deceduta se sostenute dagli eredi dopo la sua morte, anche se non era un familiare a carico.
Nel 730/2024 le agevolazioni fiscali delle spese sanitarie anche se pagate da qualcuno?
Per le spese e gli oneri che danno diritto a una detrazione d’imposta, anche per le spese sanitarie, è previsto che:
- sono fruibili solo se le spese sono effettivamente sostenute da chi le ha dichiarate e nel limite dell’imposta lorda annua;
- l’eccedenza eventuale non può essere richiesta a rimborso né utilizzata nel periodo d’imposta successivo.
In sostanza, la detrazione spetta da chi le ha dichiarate. Tuttavia, la normativa non fornisce indicazioni specifiche per i casi in cui la spesa sia sostenuta da terzi o da familiari.
Supponiamo il caso di un figlio che paghi una spesa sanitaria per un genitore, a cui la fattura viene intestata regolarmente, e che venga rimborsato successivamente dal genitore stesso. In questo scenario, la detrazione della spesa spetta al genitore, nonostante il pagamento sia stato effettuato dal figlio.
Questo aspetto è stato chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella “Risposta di Interpello n. 484 del 2020 avente ad oggetto: articolo 1, comma 679, della legge 27 dicembre 2019, n. 160“. Nel caso specifico, la Risposta stabilisce che il genitore può detrarre la spesa sanitaria da lui sostenuta, anche se il pagamento è stato effettuato con il bancomat del figlio e successivamente rimborsato.
Nel parere l’Agenzia delle Entrate ritiene che il contribuente istante possa utilizzare la carta bancomat intestata al figlio per pagare le spese detraibili a lui riferite, per le quali sussiste l’obbligo di tracciabilità, senza perdere il diritto alla detrazione. Tuttavia, è necessario che tale onere sia effettivamente sostenuto dal soggetto intestatario del documento di spesa. Nel caso di specie, tale circostanza è supportata dalla dichiarazione dell’istante che riferisce di aver “rimborsato in contanti la spesa sostenuta” al figlio.
L’aspetto rilevante per portare in detrazione la spesa riguarda il pagamento, che anche se eseguito da un terzo soggetto deve garantire la tracciabilità e l’identificazione del suo autore al fine di consentire efficaci controlli da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Chi effettua il bonifico non deve essere per forza chi chiede la detrazione?
Anche nel caso del bonifico, chi effettua il bonifico può essere un soggetto diverso rispetto a chi presenta la detrazione nella dichiarazione dei redditi. Secondo il principio contenuto nell’Interpello n. 484/2020, chi effettua l’operazione di bonifico non è obbligato a essere la stessa persona che porta in detrazione la spesa medica.