L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina ma non invierà truppe a Kiev. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, interviene ancora sull’ipotesi sollevata nei giorni scorsi dal Presidente francese Emmanuel Macron di inviare truppe in Ucraina per sostenere quelle di Kiev. Una richiesta che ha ricevuto il parere contrario di tutti i paese “amici” di Kiev tra cui anche quello italiano.
Sulla situazione in Medio Oriente, il vicepremier ha infine ribadito la necessità di arrivare ad un immediato cessate il fuoco.
Ucraina, Tajani: “Non invieremo soldati a Kiev, non siamo in guerra”
La crescente tensione legata ad un allargamento del conflitto a causa delle mire sovietiche sulla Transnistria e le minacce del Presidente russo Vladimir Putin che, ieri 29 febbraio, ha “avvertito” l’Occidente di possibili ritorsioni, preoccupano i governi occidentali e il ministro Tajani ribadisce la necessità di prudenza in una fase così delicata del conflitto.
“Non è previsto che si inviino militari in Ucraina. Noi sosteniamo l’Ucraina perché vogliamo che resti indipendente, ma non siamo in guerra con la Russia. Il nostro è innanzitutto un aiuto politico, finanziario e di sostegno alla loro difesa, non un atto di aggressione contro la Russia.”
“Un chiaro segno di sostegno alla libertà di pensiero in Russia”,
dice il ministro degli Esteri in un’intervista al quotidiano QN.
Medio Oriente, Tajani: “Chiediamo al governo israeliano di far luce su ciò che è accaduto a Gaza”
A preoccupare il titolare della Farnesina è anche naturalmente la situazione del conflitto israelo-palestinese dopo la strage di Gaza di ieri, con l’uccisione di oltre 100 civili.
Tajani ha ribadito la necessità di un immediato cessate il fuoco per permettere l’arrivo degli aiuti umanitari e la liberazione degli ostaggi.
“Chiediamo al governo Netanyahu di accertare ciò che è successo in queste ore e di proteggere i civili. Contemporaneamente, pensiamo di aiutare i palestinesi con un miglior coordinamento degli aiuti da inviare a Gaza delle organizzazioni umanitarie: dalla Croce rossa alla Fao”.