Anche in questi giorni le cronache e le discussioni sul mondo delle criptovalute vedono un assoluto predominio di Bitcoin. La regina delle criptovalute è ormai da anni un punto di riferimento ineludibile quando si parla di asset virtuali. Gli eventi di cui è stata al centro nel corso degli ultimi mesi hanno rafforzato questo predominio sul resto del settore. E con l’approssimarsi del quarto halving la tendenza è destinata a proseguire ancora per molto.
Sorprendentemente, però, c’è una graduatoria in cui BTC deve lasciare il passo al suo grande avversario, Ethereum. È proprio la creatura di Vitalik Buterin, infatti, ad attrarre il maggior numero di capitali istituzionali. Un primato il quale è ormai datato, ma che è proseguito anche nel corso degli ultimi giorni, nonostante il rally di cui è stato protagonista Bitcoin, capace di infrangere, anche se soltanto temporaneamente, la barriera dei 64mila dollari.
Ethereum attrae gli investitori istituzionali più di Bitcoin
Ethereum attrae maggiori capitali istituzionali rispetto a Bitcoin. A mettere nero su bianco questo dato apparentemente sorprendente è un rapporto pubblicato dagli analisti di Bybit, un noto scambio di criptovalute.
Il documento ha messo al centro della sua analisi i movimenti che sono stati effettuati sulla Ethereum Virtual Machine nel lasso di tempo racchiuso tra il luglio del 2023 e il gennaio di quest’anno. In questo semestre, appunto, la principale opzione degli investitori istituzionali è risultata Ethereum.
Secondo lo studio di Bybit, lo spostamento dei capitali in direzione della EVM ha iniziato a manifestarsi già nel mese di settembre dello scorso anno. Un trend che si è via via consolidato sino a fare di ETH la maggiore valuta virtuale detenuta dalle istituzioni sull’exchange.
A facilitare il compito della più grande tra le Altcoin è stato un trend concomitante, quello che ha visto scemare l’interesse degli investitori istituzionali nei confronti di BTC. Una tendenza che ha iniziato a manifestarsi in concomitanza con l’approvazione da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti nei confronti degli ETF spot su Bitcoin.
Alla base della crescita di interesse verso Ethereum c’è Dencun
Il rapporto di Bybit, inoltre, afferma che alla base del grande interesse per Ethereum ci sarebbero le aspettative generate dall’approssimarsi di Dencun. Si tratta dell’aggiornamento previsto per questo mese, al quale è stato demandato il compito di risolvere in via pressoché definitiva due notevoli problemi della Ethereum Virtual Machine, la scarsa scalabilità e capacità di elaborazione, e i costi ancora troppo elevati delle transazioni che avvengono al suo interno.
Minore, invece, secondo gli analisti di Bybit, dovrebbe essere l’impatto sul comportamento degli investitori istituzionali delle voci sull’ETF spot su Ether. In effetti le indiscrezioni al riguardo circolano ormai da mesi, ma non sembrano avere riflessi importanti come quelli derivanti dall’approssimarsi di Dencun.
Proprio la risoluzione dei problemi menzionati, infatti, dovrebbe consentire alla creazione di Vitalik Buterin di rafforzare la propria centralità in ambito DeFi (Decentralized Finance). La maggior parte dei progetti che fanno riferimento al settore della finanza decentralizzata, infatti, girano sulla EVM. Nel corso degli ultimi anni, però, sono state varate soluzioni che potrebbero cercare di scalzarla dalla sua posizione di forza. A partire da Solana, del resto in grande spolvero negli ultimi mesi. Il rafforzamento in termini di scalabilità e convenienza servirà a Ethereum proprio per allontanare la minaccia. Un rafforzamento che è stato evidentemente gradito dagli investitori istituzionali.
Meno forte, invece, sembra essere per il momento l’impatto della prevista approvazione dell’ETF spot. Un evento il quale, peraltro, non sembra più tanto sicuro, perlomeno nelle tempistiche di cui si parlava. Se molti osservatori avevano indicato il prossimo maggio per l’approvazione della SEC, secondo gli analisti di JPMorgan sono soltanto al 50% le probabilità che avvenga realmente.