Oggi i funerali e la sepoltura sotto sorveglianza
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Prima avvelenato; poi condannato e morto in prigione. Alexei Navalny aveva 47 anni e ha pagato con la vita la sua battaglia contro Vladimir Putin. L’attivista aveva denunciato instancabilmente la repressione, la corruzione e l’attacco del Cremlino nei confronti dell’Ucraina.
Verrà sepolto oggi, 1 marzo, sotto stretta sorveglianza della polizia dopo una funzione religiosa in una chiesa ortodossa nel sud di Mosca. L’ultimo saluto in forma modesta, un omaggio strappato alle autorità che per giorni si sono rifiutate di consegnare il suo corpo: una situazione che ha portato la madre, Lyudmila Navalnaya, a denunciare le autorità russe.
Navalny diceva di aver letto la Bibbia in carcere e di aver qualificato “Gesù” come ‘il miglior politico della Storia’. Una ‘via Crucis’ quella del dissidente russo: dai primi problemi legali all’inizio degli anni 2010, passando per il grave avvelenamento nel 2020, infine la prigionia, spesso in isolamento, e infine la sua morte.
In carcere dal gennaio 2021, lo scorso agosto è arrivata l’ennesima condanna: 19 anni per “estremismo” da trascorrere in una colonia artica. Il luogo in cui è morto lo scorso 16 febbraio.