In molti li ricorderanno dietro alle sbarre sbiadite della gabbia di un’aula di giustizia mentre si sorridono e si scambiano parole d’amore. Più di 17 anni dopo i fatti per i quali sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo, Olindo Romano e Rosa Bazzi sono tornati in aula, lasciando le strutture carcerarie in cui sono reclusi (Opera e Bollate), per prendere parte a Brescia all’udienza per la revisione del processo sulla strage di Erba. Udienza che al termine degli interventi dell’accusa e degli avvocati delle parti civili è stata rinviata al 16 aprile su richiesta della difesa.
Al via a Brescia l’udienza per la revisione del processo a Olindo e Rosa
“Non vedo l’ora che arrivi il primo marzo”, aveva confidato Olindo a Rosa lo scorso gennaio. Aveva appena saputo che oggi sarebbe stata discussa, davanti ai giudici della Corte d’Appello di Brescia, l’istanza di revisione del processo che ha riconosciuto entrambi colpevoli della strage di Erba, il caso di pluriomicidio che l’11 dicembre del 2006 sconvolse la cittadina in provincia di Como.
Le richieste presentate, in realtà, sono tre. Oltre a quella del pool di legali che difende i due coniugi, guidato dall’avvocato Fabio Schembri, ci sono quella del tutore dei due ergastolani Diego Soddu e quella (molto discussa) del sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser, che per la vicenda è stato recentemente sanzionato dal Csm.
Nell’odierna udienza si inizierà a vagliarle: sentite tutte le parti, i giudici dovranno decidere se confermare formalmente l’ammissibilità della revisione ed eventualmente quali fonti di prova ammettere al dibattimento.
A decine i cittadini in coda dall’alba di questa mattina davanti al Palazzo di Giustizia per ottenere un pass per avere accesso all’aula. Tra i presenti anche Azouz Marzouk, che nella strage perse il figlio Youssef, la moglie Raffaella Castagna e la suocera Paola Galli e che da tempo sostiene l’innocenza dei coniugi Romano.
La revisione è la mia rivincita. Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, poi già durante il primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e credo che non sia stata fatta giustizia. Ora spetta ai giudici farla,
ha dichiarato al suo ingresso in tribunale ai microfoni dei giornalisti, scatenando la reazione di Beppe Castagna, fratello di Raffaella.
Azouz in tutta la sua vita, prima e dopo la strage, ha sempre e solo lottato per sé stesso. Prima ha sempre lasciato sola Raffaella ad affrontare i vicini (Olindo e Rosa, ndr) e a difendere suo figlio (il piccolo Youssef, ndr), dopo ha lottato per monetizzare al meglio il suo status di vittima,
gli ha risposto l’uomo, che oggi ha scelto di non essere in aula. A riportarlo è l’Agi.
L’intervento dei rappresentanti dell’accusa
Tramite i loro avvocati all’inizio dell’udienza Olindo e Rosa hanno chiesto di non essere ripresi. I giudici glielo hanno concesso; poi hanno dato la parola all’avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro, che insieme al procuratore generale Guido Raspoli rappresenta l’accusa.
Chiaro ha annunciato di voler chiedere l'”inamissibilità di tutte le richieste di prova” presentate dalla difesa perché “o non hanno carattere di novità o non sono dotate di adeguata rilevanza probatoria”, ricordando quelle già raccolte contro i coniugi.
Si è riferito innanzitutto alla dettagliatissima confessione che i due resero separatamente nel corso dei rispettivi interrogatori (senza aver avuto la possibilità di accordarsi) poco dopo l’arresto e che poi ritrattarono sostenendo di essere stati “raggirati” con la promessa che se avessero parlato sarebbero stati incarcerati insieme.
Bisogna dirlo a viva voce, non ci sono state pressioni, dirlo per difendere l’onore dei colleghi magistrati, che è stato calpestato pesantemente in questi anni,
ha dichiarato l’avvocato, che ha poi parlato anche di un’altra prova cruciale: la testimonianza di Mario Frigerio, che riuscì a sopravvivere per miracolo alla mattanza di via Armando Diaz, in cui invece perse la vita la moglie Valeria Cherubini.
Il povero Frigerio l’ha detto subito: ‘È stato Olindo’. Non ci fu nessun falso,
ha dichiarato, negando con fermezza la ricostruzione proposta dalla difesa, secondo cui invece l’uomo soffrì di un'”amnesia” a causa dell’inalazione del monossido di carbonio sprigionato dall’incendio seguito agli omicidi. Alle sue parole, riportate dall’Agi, hanno fatto eco quelle del procuratore Raspoli, che si è concentrato sulla pista alternativa avanzata dai difensori di Olindo e Rosa.
Pista secondo cui dietro il pluriomicidio potrebbe nascondersi una “banda” rivale, per motivi di droga, a quella di cui lo stesso Azouz Marzouk faceva parte. Secondo Raspoli, se si fosse trattato di un agguato di questo tipo, il bambino morto, di due anni, sarebbe stato risparmiato, perché “per la criminalità organizzata i bambini non si toccano”.
Sia lui che Chiaro hanno poi evidenziato come Rosa e Olindo siano “tutt’altro che stupidi“, quasi a voler ricordare che avrebbero potuto fare senza problemi ciò che, secondo la giustizia, hanno fatto. Una conclusione che a loro avviso è “impossibile da ribaltare”.
L’intervento degli avvocati delle parti civili
Dopo la pausa pranzo l’udienza è ripresa con l’intervento degli avvocati delle parti civili. Quello che assiste la famiglia Frigerio, Adamo De Rinaldis, è tornato sulla questione della testimonianza resa da Mario Frigerio, mettendo in evidenza come, a differenza di quanto sostenga la difesa dei coniugi, l’uomo non abbia riportato alcuna intossicazione da monossido e, di conseguenza, nessun vuoto di memoria, nessuna amnesia.
I signori Frigerio la verità l’hanno già avuta e hanno solo la speranza che venga messa la parola fine a questo accanimento e che i loro cari possano riposare in pace,
ha detto. La parola è poi passata al legale che assiste i fratelli Pietro e Beppe Castagna, Massimo Campa, che ha dichiarato che “Olindo e Rosa sono colpevoli”, chiedendo che l’istanza di revisione venga dichiarata inammissibile o rigettata. Di diverso avviso il legale di Azouz Marzouk, Luca D’Auria, che ha chiesto alla Corte di valutare la pista dello spaccio come possibile movente della strage.
Udienza rinviata su richiesta degli avvocati difensori di Olindo e Rosa
Il pool di legali che difende Olindo Romano e Rosa Bazzi ha chiesto alla Corte di rinviare l’udienza per avere il tempo di esaminare le memorie depositate dalle altre parti. Al termine di qualche decina di minuti di camera di consiglio i giudici hanno accettato la richiesta e hanno rinviato l’udienza al prossimo 16 aprile.