Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, Paolo Tramezzani completa la sua maturazione tra Serie B e Serie C per poi rientrare a Milano ed esordire in Serie A con la maglia nerazzurra. Due stagioni, dal 1992 al 1994 prima di due esperienze in prestito con Venezia e Cesena. Terzino sinistro interessante, nel corso della sua carriera ha girato tanto, arrivando anche a giocare in Premier League tra le file del Tottenham. Importante anche l’esperienza fatta con l’Atalanta nel 2003. Poi, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, la carriera da allenatore. Attualmente sulla panchina del Sion, per commentare l’incontro tra due sue ex squadre, Inter-Atalanta, Tramezzani è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Inter-Atalanta, Tramezzani a Tag24
L’Inter supera agevolmente anche lo scoglio Atalanta e vola a più 12 sulla Juventus. La squadra di Inzaghi, in questa stagione, non ha rivali e il vantaggio accumulato in Serie A gli consentirà di concentrarsi ancor di più sulla Champions. Dalla Dea invece ci si aspettava qualcosa di più. La formazione di Gasperini parte bene, ma di fronte alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole. Per l’Atalanta non è un momento facile e dopo un periodo di grande forma, ora è stanca. Aveva zoppicato già contro il Milan, è caduta rovinosamente ieri e ora dovrà rispondere nella prossima sfida, che sa di Champions, contro il Bologna. Per commentare il momento delle due squadre nerazzurre, ripartendo da Inter-Atalanta, Tramezzani, che nella sua carriera ha vestito le due maglie è intervenuto a Tag24.
Anche contro l’Atalanta l’Inter dimostra di essere una schiacciasassi. Lo scudetto, arrivati a questo punto, è in cassaforte?
“Credo proprio di sì, non solo per i punti di distanza che ci sono con la Juventus, ma soprattutto per lo strapotere fisico e tecnico che questo gruppo sta dimostrando e per la forza e la maturità raggiunti da questa rosa. Il campionato ormai è chiuso. L’Inter non finisce mai di sorprendere, è come se si migliorasse sempre. Sanno di essere forti e superiori agli altri, perché ieri l’Atalanta nei primi minuti era partita bene, in modo pericoloso, ma ai nerazzurri basta poco per cambiare completamente l’inerzia delle partite. Quella di Inzaghi è una squadra inarrestabile”.
Effettivamente l’Atalanta era partita bene ma poi gli è crollata. Considerando anche la prestazione con il Milan e il calendario complicato, rischia di essere il momento più difficile della stagione per la Dea?
“Certo, questo è un momento delicato. Con Milan e Inter non ha fatto bene, ma ora può essere decisiva per il campionato e per l’Europa. Ci può stare un momento di appannamento nell’arco di una stagione. D’altronde per come gioca Gasperini bisogna cercare di stare sempre in forma dal punto di vista fisico. Basta che qualcuno sia sottotono per rallentare tutta la squadra. La Dea di solito corre bene e meglio degli altri, ma a parte nei minuti iniziali Ieri mi è sembrata in difficoltà rispetto a quanto avevo visto fino a qualche settimana fa”.
Per la corsa Champions è difficile fare previsioni, con tante squadre in pochi punti?
“Si, perché c’è tanto equilibrio e rispetto agli anni precedenti ci sono tante squadre in corsa. Tutte possono contare su una buona rosa, giocatori importanti, struttura e solidità. Credo che stavolta per l’Europa che conta si protrarrà fino al termine del campionato”.
12 punti di vantaggio in campionato possono consentire all’Inter di concentrarsi soprattutto sulla Champions. Questa squadra può ripetere il percorso fatto un anno fa?
“Sono convinto che l’Inter abbia tutte le carte in regola per poter arrivare fino in fondo, per quanto la Champions sia molto difficile. Si deve ragionare sulla doppia sfida andata e ritorno, senza sbagliare niente, tenendo conto che in campionato l’Inter è di un altro livello, ma in Europa la situazione è diversa e gli avversari sono molto forti. La mentalità dei nerazzurri, a mio avviso, arriva dalla finale persa lo scorso anno. In quel caso fece davvero una bellissima gara contro l’avversario più forte in assoluto e questo gli ha dato fiducia e consapevolezza”.
Per il match di ritorno che ti aspetti?
“Quello che troveranno in casa non sarà all’atletico visto a Milano, che ha cercato di chiudersi per poi ripartire, ma dovrà fare un po’ di più la partita e questo potrebbe voler dire qualche spazio in più per la squadra di Inzaghi. L’importante sarà reggere il primo tempo, rischiare il meno possibile e controllare bene il pallone. Il massimo sarebbe se riuscisse a trovare anche il gol del vantaggio. Resta il fatto che l’Atletico è un avversario da rispettare, che gioca un calcio tosto e aggressivo. Sarà una partita piena di insidie, ma l’Inter è assolutamente in grado di passare questo esame”.
Cosa manca a Lautaro per essere considerato uno dei migliori del mondo?
“Credo nulla. Per quel che mi riguarda già sul podio dei centravanti più forti del mondo. A differenza di tanti altri, lui gioca per tutta la squadra ed è sempre al servizio dei senza perdere mai il senso del gol. Questa per me è una qualità straordinaria, e in pochi possiedono”.
E per quel che riguarda Inzaghi?
“Simone lo conosco da una vita, abbiamo giocato insieme e lo seguo sin da quando ha iniziato ad allenare le giovanili della Lazio. È un allenatore in continua crescita e in evoluzione e oggi sta iniziando ad ottenere i riconoscimenti che merita. Ha sempre dimostrato tutto il suo talento. Sono felice perché credo che sia uno dei tecnici più preparati in assoluto. Per entrare nell’Olimpo degli allenatori, probabilmente, gli manca solo un trofeo internazionale come potrebbe essere la Champions League”.