L’Imposta Municipale Unica (IMU) è un tributo che ha preso il posto della vecchia Imposta Comunale sugli Immobili (ICI), dell’Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali, calcolate sui redditi fondiari relativi a immobili non locati. Questa imposta è in vigore dal gennaio 2012 ed è una tassa patrimoniale che si applica al possesso di edifici, ad eccezione delle abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9. Riguarda anche aree edificabili e terreni agricoli, ed è dovuta dal proprietario o dal titolare di altri diritti reali (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), dal concessionario in caso di concessione di aree demaniali e dal locatario in caso di leasing.
Quando non si deve pagare l’IMU sulla seconda casa?
La possibilità di ottenere l’esenzione dall’Imposta Municipale Unica (IMU) sulla seconda casa si verifica in due scenari specifici:
- quando la casa familiare è data al genitore che ha in affido un figlio,
- quando il comune in cui si trova l’immobile lo dichiara inagibile o inabitabile.
Oltre a queste situazioni, esistono diverse agevolazioni che analizzeremo ora nel dettaglio.
Riduzione IMU: quando è prevista?
Ci sono fondamentalmente quattro casi in cui è possibile usufruire di una riduzione dell’IMU sulla seconda casa. Alcuni sono generici, ma vi sono anche situazioni più specifiche che richiedono un’analisi approfondita.
Riduzione dell’IMU su immobili di interesse storico e artistico.
Questa condizione è specificata nell’articolo 10 del Disegno di Legge n. 42 del 2004. Secondo questa normativa, è possibile ottenere una riduzione del 50% su questo tipo di immobili. L’interessato deve presentare richiesta entro il 30 giugno dell’anno successivo rispetto a quello in cui si calcola l’imposta.
Riduzione IMU per Case in Comodato d’Uso
Un caso in cui la seconda abitazione può beneficiare di una riduzione significativa del 50% è quando viene data in comodato d’uso a genitori o figli. Ci sono due condizioni specifiche da rispettare per ottenere questa riduzione:
- L’immobile deve essere adibito ad abitazione principale.
- Deve appartenere a una categoria catastale specifica (A/1, A/8, A/9) rientrante nelle categorie di lusso.
Riduzione IMU per Case Inagibili
Un altro caso in cui è prevista una riduzione dell’IMU riguarda gli immobili inagibili o inabitabili. La Cassazione ha identificato una riduzione del 50% dell’imposta da pagare in questi casi. Si può usufruire di un’esenzione totale se il comune stesso identifica l’immobile come inagibile o inabitabile. La riduzione può essere applicata anche in assenza di una richiesta preventiva.
Riduzione IMU per Case in Affitto
L’ultima situazione in cui è possibile ottenere l’esenzione riguarda gli immobili dati in locazione. In questo caso, la riduzione è più vantaggiosa, ammontando al 75% dell’imposta da pagare. È importante notare che è obbligatorio optare per un contratto a canone concordato.
La sentenza della Corte di Cassazione
Il 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale, attraverso la sentenza n. 209, ha stabilito un principio fondamentale che permette alle famiglie di evitare il pagamento dell’Imposta Municipale Unica (Imu) sulla seconda (o prima) casa, nel caso in cui entrambe siano considerate la prima casa per diverse parti della famiglia.
Prima della decisione della Corte Suprema, la legge stabiliva che le coppie sposate o unite civilmente che vivevano in case di proprietà diverse dovevano pagare l’Imu su una delle due proprietà, considerata come seconda casa e quindi soggetta alla tassa prevista per le proprietà aggiuntive.
Grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, l’automatismo che considerava una delle due case come seconda abitazione scompare, consentendo l’esenzione dal pagamento dell’Imu per entrambi gli immobili. Tuttavia, ciò sarà possibile solo sotto determinate condizioni:
- I due immobili devono trovarsi in Comuni diversi;
- Uno dei due coniugi deve avere residenza o dimora abituale nel secondo immobile;
- La coppia deve essere in grado di dimostrare che entrambe le case sono effettivamente abitate, ad esempio presentando le bollette delle utenze che attestano i consumi o la scelta del medico di base.
Tuttavia, come indicato dalla stessa Corte, questa decisione non implica l’esenzione dall’Imu per le seconde case vere e proprie, ovvero quelle abitazioni in cui nessuno dei due coniugi risiede, come ad esempio le case vacanze o quelle messe in affitto. Per evitare possibili frodi, spetterà ai Comuni verificare l’effettiva dimora abituale dichiarata.