Mondiali Atletica 2027, Abodi attacca: “Approccio da bar”. Ma Mei risponde… – Dopo il ritiro della candidatura di Roma annunciato dalla FIDAL per quanto riguarda i Mondiali di Atletica del 2027, la competizione è stata assegnata a Pechino in Cina nella giornata di martedì 28 febbraio. C’erano pochi dubbi dopo il ritiro di Roma, visto che Pechino rispettava i requisiti e soprattutto è già pronta da tempo a ospitare una competizione di tale spessore. Un peccato per Roma e per l’Italia, un ritiro che lascia l’amaro in bocca dopo aver cullato il sogno di poter ospitare un torneo così importante. Rabbia e delusione che risiedono anche nel Governo – nella figura di Andrea Abodi, Ministro dello Sport – e nella FIDAL (Federazione Italiana Di Atletica Leggera), nella figura del presidente Stefano Mei.

Solo non moltissimi giorni fa, la squadra di lavoro guidata dal n.1 della Federazione Italiana aveva presentato e illustrato il dossier della Capitale al Consiglio della World Athletics. Ciò era avvenuto attraverso un lungo filmato in cui erano anche rappresentati i messaggi a sostegno di Roma 2027. Una candidatura però senza una componente fondamentale. Probabilmente la più importante. Parliamo dell’intervento economico dello stato, stimato sugli 85 milioni di euro. E proprio ciò è stato motivo di polemica tra Andrea Abodi e Stefano Mei, che ha dato vita a un botta e risposta.

Mondiali Atletica 2027, Abodi attacca e Mei risponde: le dichiarazioni

È del 28 febbraio la notizia del ritiro della candidatura di Roma a ospitare i Mondiali di Atletica del 2027. Una notizia che lascia l’amaro in bocca per una ghiotta occasione sfuggita a Roma e all’Italia dopo averci provato. La FIDAL aveva presentato il dossier alla World Athletics, ma mancavano i requisiti minimi per partecipare al bando finale, dove poi è stata scelta Pechino come sede dei prossimi Mondiali. Requisiti minimi che tradotto significa “contributo del governo stanziato per 85 milioni di euro”. Il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha però voluto precisare delle cose al “Corriere della Sera” poche ore dopo il ritiro, dichiarando:

Quando chiedi denaro pubblico per organizzare un evento sportivo non lo puoi fare con un approccio da bar. Non puoi pensare che basti una bella presentazione che genera entusiasmo popolare perché arrivi subito il Governo e ti finanzi. Se chi voleva il Mondiale di atletica a Roma avesse avuto un approccio rispettoso delle istituzioni e delle procedure e si fosse mosso per tempo non saremmo arrivati a questo punto. Il Governo ha fatto il possibile, chiedendo nuovamente lo scorso novembre alla Fidal un business plan che sarebbe servito ben prima, ma che è arrivato solo il 24 gennaio. Con tutta la buona volontà è risultato impossibile trovare garanzie pubbliche per coprire gli 85 milioni di euro richiesti“.

Queste le parole di Abodi. Non si è fatta attendere la replica di Stefano Mei, presidente FIDAL, che in una nota ANSA ha dichiarato:

Sono incavolato per l’atletica e deluso per il nostro Paese. La ricostruzione del ministro è fantasiosa, io ho gestito il tutto come mi ha chiesto lui, leggere che l’abbiamo fatto da bar non mi sta bene. Non ci sto“.

Il comunicato FIDAL sul ritiro della candidatura

L’ufficialità del ritiro della candidatura è arrivata poche ore prima della decisione finale sulla sede ospitante dei Mondiali di Atletica nel 2024. Alla base del ritiro, come ormai noto, ci sarebbe la mancanza del sostegno economico del governo per un importo di circa 85 milioni di euro. Ritiro che ha dato il via al botta e risposta tra Stefano Mei e Andrea Abodi, rispettivamente presidente della FIDAL e Ministro dello Sport.

Una mancanza a cui fino alla fine si è sperato di riuscire a sopperire, ma nonostante dopo la presentazione del dossier, la World Athletics – nella figura del presidente Sebastian Coe – fosse soddisfatta del lavoro di Roma, la candidatura è stata ritirata perché non si è trovata una soluzione al problema.