Fare un meme vuol dire esprimere con un linguaggio diretto, satirico, un concetto, un’idea, che riguardi un personaggio, o un fatto, di cronaca, molto conosciuto. Se non sei memabile non sei nessuno, ci sarebbe da dire dopo aver letto La lingua dei meme di Debora de Fazio e Pierluigi Ortolano, Carocci editore. Il saggio, di 101 pagine, racconta quali sono i personaggi più memabili, e quali sono le regole utilizzate nella realizzazione di una vignetta virale.
Cosa vuol dire fare un meme? Quali sono i personaggi più utilizzati e perchè?
La grammatica social riprende e amplifica regole consolidate da tempo utilizzate dagli umoristi: immagini e linguaggio ironico. Nel caso dei meme si aggiunge la viralità, ovvero l’aumento della visibilità attraverso la rete. L’efficacia del meme è data dall’uso di un immagine, molto conosciuta e di un linguaggio, alle volte anche dialettale, diretto. Tra le personalità più memabili ricordiamo Elisabetta II, è la prima e la più importante donna al mondo utilizzata nei meme, segue Trump, Berlusconi, Salvini, Sinner, Totti. Senza dimenticare Dante, uno dei letterati più memabili della storia letteraria. Dalla politica allo sport a casi di cronaca con una grande eco mediatica, è importante che il tema sia conosciuto da tutti, o quasi.
Il caso di Osho, di Federico Palmaroli
L’esempio più calzate, e più conosciuto, è il caso Federico Palmaroli, ideatore del progetto social di successo Le più belle frasi di Osho: immagini, frasi e viralità, rendono la pagina una delle più conosciute, in internet, e più significative, rispetto al tema. Come Palmaroli dimostra l’uso del dialetto aumenta la comicità, così come l’uso di un italiano locale, e temi e personaggi come quelli sopra citati.
La politica si presta alla satira
La politica ha sempre convissuto con la satira, fin dagli anni ’80, quando ha cercato di apparire competente, e spesso goffa, rispetto a momenti che mancavano di competenza, e buona riuscita. I meme si rivelano, così, significativi rispetto alla percezione dell’elettorato e della politica.
Un’occasione di riflessione sull’evoluzione del linguaggio
Il linguaggio dei meme si rivela lo stesso dei social: ironia, leggerezza ed immagini sono il mix vincente. A questi si aggiunge l’immediatezza, l’informalità, la punteggiatura e il significato delle frasi. I meme diventano, infine, un’occasione per riflettere sull’uso della punteggiatura, e sull’evoluzione del linguaggio, che dai social entra nell’informalità quotidiana.