Morte di Navalny: il Parlamento europeo incolpa Putin della morte del dissidente russo, accusando il capo del Cremlino di essere responsabile penalmente. Parole forti che non tradiscono la politica adottata dall’Eurocamera dopo i fatti del 16 febbraio scorso e dopo aver ospitato e accolto il discorso della vedova dell’ex nemico numero uno del Presidente Russo a Strasburgo.

Parlamento Europeo incolpa Putin per la morte di Navalny

Il Parlamento Europeo si scaglia contro il Cremlino per la morte del dissidente russo, Alexei Navalny, avvenuta mentre si trovava in un carcere non lontano da Mosca, dove stava scontando un’aspra pena per motivi politici.

L’ex acerrimo nemico di Putin è morto il 16 febbraio 2024: oltre al mistero che inizialmente aleggiava sulle cause e le circostanze della sua dipartita, le autorità russe hanno creato problemi anche nel riconsegnare il cadavere alla famiglia dell’uomo.

Continuano le polemiche intorno al caso anche nella comunità internazionale che, per la gran parte, si schiera contro l’attuale presidente della Russia, accusando Vladimir Putin di essere responsabile penalmente della morte di Navalny.

Parlamento Europeo contro Putin: “E’ responsabile penalmente della morte di Alexei Navalny”

Dopo aver ospitato la moglie di Alexei Navalny, in una seduta plenaria del Parlamento a Strasburgo, dove ha ricordato l’incrollabile impegno politico del marito e ribadendo la complicità di Putin nella morte dell’uomo, il Parlamento Europeo tuona contro il capo del Cremlino affermando che:

“Vladimir Putin ha personalmente la responsabilità penale e politica per la morte del suo più forte avversario: Alexei Navalny”.

L’Eurocamera in data 29 febbraio 2024 ha approvato una risoluzione che ribadisce la colpa del presidente russo, con 506 voti a favore 9 contrari e 32 astenuti.

Dal Parlamento si sottolinea l’estraneità del popolo russo nella vicenda, affinché l’odio e il risentimento per il drammatico accaduto non dilaghino ulteriormente, insistendo anche sulla necessità di provvedere alla liberazione e al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri sotto i regimi di repressione:

“Il popolo russo tuttavia non deve essere confuso con il “regime guerrafondaio, autocratico e cleptocratico del Cremlino”.