Assume sempre più i contorni di un caso diplomatico la vicenda di Ilaria Salis, con un botta-e-risposta molto teso tra il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto e il deputato Pd Paolo Ciani. Il primo, in un video, si è detto sorpreso della rappresentazione “da martire” della maestra 39enne fornita dal nostro Paese, criticato anche per l’interferenza sul caso; il secondo, invece, ………

Ilaria Salis, le parole del ministro degli Esteri ungherese

Resterà deluso chi si aspettava un clima più sereno e qualche spiraglio di speranza in più per Ilaria Salis, dopo l’incontro di ieri alla Farnesina tra il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, e il suo omologo ungherese, Peter Szijjarto.

Quest’ultimo, in un video condiviso da Zoltan Kovacs, portavoce del governo di Budapest, ha usato parole di fuoco nei confronti dell’atteggiamento del nostro Paese sulla vicenda della Salis, detenuta in Ungheria in condizioni indegne, con l’accusa di aver aggredito due manifestanti durante un raduno neonazista nella capitale ungherese.

Nel video, Szijjarto critica l’interferenza italiana nel caso giudiziario e il ritratto fuorviante della Salis come vittima” di una persecuzione.

“Sono scioccato dalle reazioni italiane. In Ungheria le persone sono state quasi uccise, la gente è stata quasi picchiata a morte nelle strade, ma questa signora viene dipinta come una martire o la vittima di un processo ingiusto. Questo non ha nulla a che fare con la realtà. Nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove venire a pianificare di picchiare qualcuno a morte. Spero sinceramente che questa signora riceva la punizione che merita in Ungheria”.

Ciani (Pd): “Siamo colpiti, ci auguriamo magistratura ungherese libera da condizionamenti politici”

La replica alle dure affermazioni del ministro degli Esteri di Ungheria arriva da Paolo Ciani, il deputato del Partito democratico, unico esponente politico italiano ad aver incontrato la Salis, in una visita al carcere di massima sicurezza Gyorskocsi Ucta di Budapest.

Raggiunto dall’inviato di TAG24 Michele Lilla, Ciani si dice sorpreso dall’uscita dell’esponente del governo di Budapest, che potrebbe quasi sembrare un’interferenza nel procedimento giudiziario.

“Il ministro ungherese dice che non dobbiamo fare ingerenze ma, se veramente la magistratura è libera, lui non dovrebbe emettere sentenze prima del tempo. Soprattutto, è insolito che lo faccia di fronte a un omologo che gli sta dicendo di rispettare i diritti di una cittadina italiana ed europea, detenuta da un anno in attesa di giudizio, in condizioni carcerarie molto dure e non degne dell’Europa”.

Ciani spera, inoltre, che le parole del ministro ungherese non siano dovute a una campagna elettorale che rischia di ‘giocarsi’ sulla pelle della cittadina italiana, e che la Salis vinca la battaglia per gli arresti domiciliari da scontare in Italia.

“Ci auguriamo che la magistratura ungherese sia libera e che possa giudicare secondo le norme europee. Questo per il bene di Ilaria Salis ma anche per il bene della democrazia e dei rapporti tra gli Stati europei. Speriamo, poi, che Ilaria possa ottenere presto gli arresti domiciliari e possa esser condotta in Italia, come prevedono la normativa”.

Per quanto riguarda il piano più strettamente politico della vicenda, il deputato dem dice chiaramente che, a tempo debito, verrà il momento di discutere anche di quello ma, conclude, “vanno innanzitutto rispettati i diritti umani di una detenuta che da un anno attende un giudizio“.

No comment di Tajani sulle parole dell’omologo ungherese per evitare interferenze

Dal canto suo, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani preferisce non commentare le parole del suo omologo ungherese per evitare di alimentare ulteriori tensioni rischiando, così, di peggiorare la posizione della cittadina italiana.

Sarebbe stato gradito un atteggiamento analogo anche dalla diplomazia di Budapest che, evidentemente, si è fatta meno problemi.

Durante l’incontro alla Farnesina, Tajani aveva ribadito il costante monitoraggio della situazione da parte delle autorità italiane, soprattutto in merito all’accertamento che le condizioni detentive della Salis rispondano alle normative europee.

Roberto Salis, padre di Ilaria: “Torturata per 35 giorni, certo che mia figlia è una martire”

Decisamente più rabbiosa – e non potrebbe essere altrimenti – la reazione del padre della maestra italiana, Roberto Salis, che replica alle parole del ministro degli Esteri ungherese rincarando la dose:

“Dobbiamo chiedere al ministro ungherese cosa intende per ‘martire’. Se intende una persona torturata per 35 giorni, certo Ilaria è una martire“.

Il signor Salis conclude, poi, con una battuta dal sapore amaro:

“L’ambasciatore mi aveva assicurato che l’incontro era stato positivo. Pensa se mi avesse detto che era andato male…

Un dubbio lecito, quello del padre di Ilaria Salis, che getta più di un’ombra sul peso che le questioni politiche, ungheresi ma anche italiane, potrebbero avere sulla vicenda.