Non sarebbero stati trovati segni di violenza sul corpo in stato di decomposizione di Alessandra Ollari, trovato in un terreno di via Sidoli a Parma lo scorso 2 febbraio: a metterlo in luce sono i primi esiti dell’autopsia che il medico-legale nominato dalla Procura, la dottoressa Daniela Fedeli, ha effettuato negli scorsi giorni. Per la deposizione della relazione completa occorreranno, come da prassi, sessanta giorni.
I primi esiti dell’autopsia sul corpo di Alessandra Ollari, trovato in via Sidoli a Parma
Per trarre le dovute conclusioni saranno necessari esami più appronditi, inclusi quelli tossicologici. Almeno per il momento sul corpo di Alessandra Ollari non sarebbero stati trovati, però, segni di violenza riconducibili a un omicidio.
Sono i primi risultati dell’autopsia che negli scorsi giorni la dottoressa Daniela Fedeli, nominata dalla Procura che sta indagando sulla morte della donna, ha eseguito sotto l’attenta sorveglianza dei consulenti di parte Luca Tomassini, nominato dalle cugine della donna, e Nicola Cucurachi, nominato dal compagno Ermete Piroli.
Era stato lui a denunciare la scomparsa della 53enne, sostenendo che lo scorso giugno la donna fosse uscita di casa – senza documenti e carte di credito – per fare la spesa, senza fare ritorno. Dopo mesi di ricerche e di indagini, lo scorso 23 febbraio era arrivata la conferma: era di Alessandra il cadavere ritrovato da un passante e dal suo cane in un terreno di via Sidoli a Parma, a circa un chilometro dall’abitazione di via Marzabotto che la 53enne condivideva con il compagno.
Su di lui si concentrano i sospetti di chi indaga con l’ipotesi di reato di omicidio volontario: si pensa che l’uomo, già condannato a tre anni per aver abusato di una ragazzina di 14 anni mentre lavorava come autista per un’associazione che si occupa di persone disabili, stia nascondendo la verità sull’accaduto.
I sospetti sul compagno Ermete Piroli
C’è chi sostiene che Alessandra si fosse isolata e che non uscisse mai, chiudendosi a riccio nella relazione con il compagno, che potrebbe anche averla soggiogata, approfittando delle sue fragilità. C’è chi sostiene di non averla vista quasi mai, a Parma, tantomeno nell’anno precedente alla denuncia di scomparsa presentata da Ermete.
Il timore è che le sia successo qualcosa molto prima di giugno. Per ora però si tratta di supposizioni. Il fascicolo d’inchiesta è contro ignoti e chi indaga non esclude alcuna pista. Si chiede, in particolare, se il cadavere della donna sia sempre stato lì, a due passi dalla casa in cui viveva, o se ci sia stato portato dopo e da chi.
A questi e ad altri interrogativi dovranno rispondere gli accertamenti ancora in corso. Ieri, 28 febbraio, ne ha parlato la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che è anche tornata sul caso di Liliana Resinovich e su quello di Antonella Di Massa con clamorosi sviluppi.
La 51enne, scomparsa lo scorso 17 febbraio da Casamicciola Terme, a Ischia, è stata infatti trovata morta nella giornata di ieri da due inviati del programma condotto da Federica Sciarelli impegnati in delle riprese: si trovava in un campo situato a poca distanza dall’ultimo luogo in cui la donna era stata avvistata.
Dai primi accertamenti sembra che sia morta non oltre le 24 ore precedenti al ritrovamento. Ci si chiede, quindi, dove sia stata per i 10 giorni in cui è stata data per scomparsa e cercata ovunque. Di sicuro non era dove è stata trovata senza vita, perché i volontari ci erano passati. La sua vicenda è molto simile a quelle di Alessandra e di Liliana: la speranza è che tutte prima o poi ottengano la giustizia che meritano.