Una recente ricerca condotta negli Stati Uniti, condotta da un gruppo di ricercatori guidato da Raphael Lataster dell’Università del Maryland, ha sollevato interrogativi agghiaccianti sull’efficacia dei vaccini anti-Covid e sulla valutazione accurata degli effetti avversi.

I risultati di questo studio mettono in discussione le precedenti conclusioni sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini, suggerendo la presenza di alcune discrepanze che potrebbero avere implicazioni significative per la salute pubblica.

Scendiamo nei dettagli e vediamo attentamente in cosa consiste questa ricerca e quali sono i potenziali rischi e benefici legati alla vaccinazione anti-Covid.

Efficacia gonfiata dei vaccini anti-Covid, cos’ha scoperto una nuova ricerca americana?

Un’analisi dettagliata condotta su una serie di articoli pubblicati su riviste mediche di rilievo ha scoperto una cosa agghiacciante: le affermazioni sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-Covid sono state esagerate nei test clinici e negli studi osservazionali.

Secondo gli autori, la distorsione della finestra di conteggio dei casi potrebbe aver influenzato le stime di efficacia e sicurezza.

In particolare, sono stati evidenziati problemi riguardanti la miocardite e l’efficacia negativa percepita, sollevando preoccupazioni e dubbi significativi sull’analisi rischio-beneficio.

All’inizio del 2023, il ricercatore farmaceutico Peter Doshi, uno degli editori del prestigioso British Medical Journal, insieme al collaboratore Fraiman et al., ha condotto un’analisi importante sugli studi clinici dei vaccini mRNA contro il COVID-19.

In questo studio, in collaborazione con lo statistico Kaiser Fung e il biostatistico Mark Jones, è emersa una discussione cruciale riguardo alla distorsione della finestra di conteggio dei casi, che ha influenzato le stime di efficacia.

In seguito, il ricercatore ed ex farmacista Raphael Lataster ha pubblicato un articolo evidenziando come tali problemi potessero anche influenzare le stime di sicurezza negli studi osservazionali.

Doshi e Fung hanno ulteriormente approfondito la questione, illustrando come i problemi legati alla finestra di conteggio dei casi abbiano influito sulle stime di efficacia negli studi clinici condotti su vaccini Pfizer e Moderna.

Concludendo la serie di articoli, Lataster ha evidenziato che anche negli studi clinici vi erano problemi relativi alla finestra di conteggio degli effetti avversi, che probabilmente hanno portato a stime di sicurezza esagerate.

Queste analisi dimostrano che le affermazioni sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini COVID-19 sono state ingigantite sia negli studi clinici che negli studi osservazionali, sollevando anche preoccupazioni riguardanti la miocardite e l’efficacia negativa percepita, evidenziando la necessità di nuove analisi rischio-beneficio.

Sempre nell’Articolo 2, Lataster nota che i problemi legati alle finestre di conteggio possono influenzare anche le stime sulla sicurezza negli studi osservazionali, il che è importante quando si confronta la salute complessiva dei vaccinati e dei non vaccinati, come può essere opportuno nel caso dell’analisi delle “misteriose aumentate morti non-COVID post-pandemia”.

Nell’Articolo 4, sembra che Lataster abbia fornito un esempio proprio di questo, discutendo uno studio della Johns Hopkins che ignorava molti effetti avversi nei vaccinati, con finestre di conteggio molto strette che sembravano ignorare sia gli eventi avversi molto precoci (come le morti per shock anafilattico) sia gli effetti avversi che si manifestano mesi e anni dopo l’ultima dose (come la miocardite, comprese le morti cardiovascolari, ovvero le cosiddette e sempre più diffuse morti improvvise).

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Un vaccino efficace al 10% fatto passare per un vaccino efficace al 90%

Ancora una volta, nell’Articolo 4, Lataster ha suggerito che il team di Doshi potrebbe aver sottovalutato nuovamente le cose, poiché “numerosi problemi con gli studi clinici e i documenti informativi della FDA non erano stati menzionati”.

Per esempio, c’è un numero significativo di partecipanti alla sperimentazione persi al follow-up, e Pfizer ha anche ammesso “3410 casi totali di sospetti COVID-19 non confermati nella popolazione complessiva dello studio”.

Questi casi erano divisi quasi equamente tra il gruppo di trattamento con il vaccino e il gruppo con placebo. Conteggiarli avrebbe drasticamente ridotto le stime di efficacia del trattamento.

Questo significa che un prodotto con un’efficacia inferiore al 10% potrebbe sembrare efficace oltre il 90%, tutto grazie alla manipolazione dei dati. Inquietante.

Miocardite ed effetti gravi sono stati sottostimati

La miocardite è uno degli aspetti della sicurezza dei vaccini COVID-19 che viene discusso nell’articolo 4. Lataster cita la crescente ricerca sulla miocardite, che da sola sembra indicare che i rischi dei vaccini superano i benefici almeno nei giovani e nei persone sane.

Pfizer ha riconosciuto i rischi di miocardite e sta conducendo uno studio per determinare se c’è un’associazione tra miocardite e il loro vaccino. Queste informazioni avrebbero potuto essere utili prima che i vaccini fossero considerati sicuri ed efficaci, e prima che le persone venissero licenziate e demonizzate per non essersi vaccinate.

Lataster menziona anche l’efficacia negativa, che è la possibilità che i vaccini aumentino il rischio di infezione da COVID-19 e/o ospedalizzazione e/o morte.

Ciò significa che i vaccini sembrano aumentare il rischio anziché ridurlo. Lataster dimostra come, con i pregiudizi nei dati e nei metodi di studio, i vaccini potrebbero sembrare efficaci anche se in realtà aumentano il rischio di infezione. Questo solleva domande sulla validità delle informazioni sui vaccini e sull’analisi dei rischi rispetto ai benefici.

In conclusione, secondo quanto afferma Lataster nell’articolo 4 di questa ricerca, ci sono prove più che sufficienti per contestare l’affermazione che i benefici dei vaccini superino ancora i rischi in tutte le popolazioni.