È possibile accedere alla pensione con 18 anni di contributi? La risposta non è così semplice, poiché dipende dalle formule pensionistiche considerate. La formula “classica” di vecchiaia richiede un minimo di 20 anni di contributi e l’età di 67 anni. Tuttavia, esistono alternative che potrebbero consentire il pensionamento anche con un periodo contributivo inferiore.

Quanto si prende di pensione con 18 anni di contributi?

Il raggiungimento della pensione con soli 18 anni di contributi presenta diverse sfide e opzioni limitate. Se non si dispone di periodi contributivi da riscattare o delle risorse finanziarie necessarie per versarli volontariamente, previa autorizzazione dell’INPS, ci sono due alternative ristrette.

Pensione con Legge Amato

La prima opzione è rappresentata dalla legge Amato, che tramite tre deroghe consente di accedere alla pensione a 67 anni con un minimo di 15 anni di contributi. Tuttavia, le possibilità sono vincolate a situazioni specifiche:

  1. Lavoratori e lavoratrici che hanno versato tutti gli anni di contributi entro il 1992. Ciò implica che l’accesso è consentito solo a coloro nati nel 1956, i quali hanno versato 18 anni di contributi a partire dal 1974 e non hanno accumulato contributi dal 1992 in poi.
  2. Lavoratori e lavoratrici che hanno ottenuto l’autorizzazione a versare contributi volontari entro il 1992.
  3. Lavoratori e lavoratrici che hanno versato il primo contributo almeno 25 anni prima dell’accesso alla pensione e che, per almeno 10 anni, non hanno versato contributi sufficienti a coprire un anno completo (meno di 52 settimane).

Se rientrate in una di queste tre categorie specifiche, potete avere accesso alla pensione con 18 anni di contributi. In caso contrario, l’opzione si presenta come un’ancora di salvezza limitata.

Pensione di vecchiaia contributiva

L’ultima opzione per accedere alla pensione con soli 18 anni di contributi è la pensione di vecchiaia contributiva, riservata a coloro che hanno versato integralmente la loro contribuzione a partire dal 1996, senza accumulare alcun mese di contributi prima del 1° gennaio 1996.

Questo tipo di pensione può essere richiesto al compimento dei 71 anni di età, con almeno 5 anni di contributi versati o per coloro che hanno versato contributi in due o più gestioni differenti (considerando la gestione separata).

I requisiti per accedere a questa opzione sono i seguenti: un’anzianità contributiva nelle gestioni coinvolte dal computo pari o superiore a 15 anni, di cui almeno 5 anni maturati dal 1° gennaio 1996, e un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995.

Se rientrate tra i potenziali beneficiari della pensione di vecchiaia contributiva, è interessante comprendere qual è l’importo stimato dell’assegno pensionistico che potreste percepire.

Il calcolo dell’assegno segue il sistema contributivo, prendendo in considerazione il montante contributivo accumulato in 18 anni di lavoro come dipendente, con una retribuzione annua lorda di 26.000 euro.

Per ogni anno di lavoro, il 33% della retribuzione viene accantonato: ciò equivale a 8.580 euro (33% di 26.000 euro), e moltiplicato per 18 anni si ottiene un montante contributivo di 154.500 euro. Su questo importo si applica il coefficiente di trasformazione del 6,655% (a 71 anni).

Il 6,655% di 154.500 euro corrisponde a 10.278 euro, l’importo lordo annuo di un anno di pensione, che si traduce in circa 790 euro lordi al mese o circa 500 euro netti al mese.

Nel caso di una retribuzione lorda annua di 24.000 euro, si stima una pensione netta mensile di circa 460-470 euro, mentre con una retribuzione lorda annua di 22.000 euro, l’assegno pensionistico si attesta intorno a 400 euro netti al mese. Importante notare che sulle pensioni calcolate con il sistema contributivo non spetta l’integrazione al minimo.