Otto stagioni che lo hanno fatto innamorare in maniera irreversibile della Roma. Vincent Candela ha vissuto i primi due anni sotto la guida di mister Zeman, ma è con Fabio Capello che ha conosciuto la completa maturazione, diventando uno dei protagonisti di quella squadra storica che vinse lo scudetto nel 2001. Piedi raffinati e una spiccata personalità, terzino di spinta, destro naturale, è sulla fascia sinistra che il francese dà il meglio di sè. A suon di grandi prestazioni, conquista anche la maglia della Nazionale con cui diventa Campione del Mondo nel ’98 e d’Europa nel 2000. Per commentare il momento della Roma di De Rossi, Candela è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Roma di De Rossi: Candela commenta a Tag24

Una vittoria dopo l’altra per un percorso praticamente straordinario. Dall’arrivo di Daniele De Rossi sulla panchina giallorossa, la Roma ha completamente cambiato marcia ed ha inanellato un filotto di vittorie che ha dato completamente un nuovo volto alla stagione. Ha preso un gruppo che giocava male, ha cambiato modulo e ha ridato vita a calciatori che rischiavano di finire ai margini del progetto. L’unica battuta d’arresto, quella avuta contro l’Inter, non ha scalfito le certezze di questa squadra che ora è in piena lotta per la Champions e che, soprattutto, ora ha ritrovato il vero Dybala. La Joya sta bene e contro il Torino lo ha dimostrato, non solo per la tripletta decisiva ma in generale per la prestazione. Per commentare lo stato di forma della Roma di De Rossi, Candela, che conosce bene il mister e che ha vestito la maglia giallorossa per 8 stagioni, è intervenuto a Tag24.

Una Roma completamente diversa dall’arrivo di Daniele De Rossi. Ti aspettavi una rinascita così rapida?

“Mi aspettavo un cambiamento immediato perché la decisione presa dalla società è stata importante. C’è un tempo per tutto. I tifosi della Roma saranno sempre grati a José Mourinho per tutto quello che ha fatto, ma era arrivato il momento di cambiare, sia per i risultati che per le energie che non dava più alla squadra. Io non sono all’interno dello spogliatoio, ma posso immaginare. Ho visto calciatori completamente rinati. Alcuni di loro hanno maggiori responsabilità, altri evidentemente hanno trovato un feeling diverso con il nuovo allenatore”.

Tra la squadra e Mourinho qualcosa si era rotto?

“Ho sentito spesso dire che se uno è un professionista non può giocare in quel modo. A volte però ci dimentichiamo che questi sono comunque dei ragazzi, sono umani. Ci può stare che uno si trovi meglio con un allenatore piuttosto che con un altro. Poi subentrano le motivazioni, la stima, il feeling che si crea. Ogni calciatore scende sempre in campo per vincere, questo è innegabile, ma magari alcuni di loro si sentono meglio con questo modulo, con questi compagni e con questo allenatore. Daniele De Rossi ha saputo entrare subito nel cuore e nella mente di questo gruppo, che ha ricominciato a giocare al 100%. Non vinceranno lo scudetto, ma stanno dimostrando di essere all’altezza e di poter lottare per la Champions”.

La Champions appunto, sarebbe questo il risultato che consentirebbe a De Rossi di rimanere sulla panchina giallorossa?

“Penso di sì, ma forse sarebbe giusto a prescindere. Daniele è un mio amico, e credo che sarebbe giusto per la società e per l’ambiente dare continuità a questo percorso. Negli ultimi due anni la Roma ha vinto una Conference e fatto una finale di Europa League e questi sono i palcoscenici su cui si deve attestare questa squadra. Per prima cosa c’è il bene della Roma e i tifosi si augurano di poter tornare il prossimo anno a giocare partite ancor più importanti, come potrebbero essere quelle di Champions. In quel caso si potrebbe fare anche un mercato diverso ed è quello che mi auguro. Non lo dico solo per Daniele, ma resto convinto che diventerà un grandissimo allenatore”.

Un tuo amico, come giustamente sottolineato. Quali sono i pregi di Daniele De Rossi?

“E’ una persona vera, coerente e con una grossa integrità morale. Ha dimostrato già che tipo di uomo sia. E poi è fondamentale la sua romanità, che gli scorre nelle vene”.

Ti sorprende aver visto un Dybala così perfetto contro il Torino?

“Quando Dybala sta così è un piacere per gli occhi. Purtroppo spesso ha qualche problema fisico e non riesce a scattare e a dribblare facilmente gli avversari come ha fatto invece con il Torino. Se sta bene però è un patrimonio per questo sport. Praticamente da solo è in grado di fare il 60% della squadra. Fa delle cose che in giro per il mondo non si vedono più, che potevano fare solo calciatori come Baggio, Zidane, Messi. È un artista”.

Capito l’Europa League, la Roma pesca il Brighton: cosa ti aspetti e dove può arrivare questa squadra?

“Deve pensare partita dopo partita e non è stata di certo fortunata nel pescare una squadra di Premier League, dove hanno budget raddoppiati rispetto a quello che viene utilizzato in Serie A. De Zerbi è un genio, come ha detto anche De Rossi, ma resto convinto che questa squadra sia alla portata di giallorossi. Non voglio dire che passeranno il turno agevolmente, ma la Roma è favorita”.