Girando per l’Italia ci imbattiamo nel comune e infausto destino di due opere d’arte contemporanea finite nel degrado. Una è a Suzzara, in provincia di Mantova, e l’altra a Siena. Presentate e collocate come autentici gioielli sono finite nel dimenticatoio e utilizzate per fini impropri. A Suzzara si trova una grande scultura in acciaio corten che assomiglia a un’arca ed è opera di Umberto Cavenago, realizzata nell’ambito del Piano per l’arte contemporanea 2021 promosso dal Ministero della Cultura. L’installazione è stata usata per fare una grigliata da giovani del luogo che poi hanno postato la loro impresa sui social.
Un’arca per barbecue e una pera come lavagna
“Danni e incuria sono generati dalla totale assenza di progettualità e nell’assenza di lungimiranza dei politici di Suzzara tenuti sotto scacco da una burocrazia con una mentalità angusta e trofia – dice Umberto Cavenago ad Artribune – I ragazzi del barbecue hanno tutta la mia simpatia e comprensione. Mi avrebbe fatto piacere partecipare, adoro le salamelle mantovane”.
A Siena, in un giardino del centro storico, è collocata la Pera dello scultore inglese Tony Cragg, le cui opere abbelliscono molte capitali. Qui è diventata una lavagna dove scrivere messaggi politici, offensivi, nell’incuria più totale, mentre potrebbe essere ammirata da chi nella quiete, tra alberi da frutto e olivi secolari, vuole ritrovare se stesso. Anche all’ombra della Pera, come l’hanno ribattezzata i senesi.
Stefano Bisi