“Ascoltare di più i territori”. E’ il ritornello che da 48 ore ripetono gli esponenti di centrodestra ai microfoni e ai taccuini dei giornalisti. Sulla questione è ritornato anche il vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, che ha anche smentito l’ipotesi del voto disgiunto del Carroccio per la neoeletta presidente della Sardegna, Alessandra Todde.
La vittoria del centrosinistra in Sardegna continua ad agitare gli animi nella maggioranza di Governo. La sconfitta non è andata giù a chi, la candidatura del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu l’ha subita, ovvero la Lega che aveva provato fino alla fine a proporre la ricandidatura dell’ex governatore Christian Solinas. Non è andata giù alla Lega, ma neanche a Forza Italia, che non ha mancato di sottolineare con i suoi esponenti l’errore di non aver ascoltato il territorio.
Regionali Sardegna 2024, la Lega punzecchia FdI. Centinaio: “Ascoltare di più i territori. Nessun voto disgiunto per Todde”
C’è irritazione nonostante la necessità di apparire compatti in vista del prossimo appuntamento elettorale in Abruzzo, dove il prossimo 10 marzo il governatore uscente, Marco Marsilio (FdI), si gioca la poltrona di presidente con il candidato del campo largo del centrosinistra Luciano D’Amico. Un campo largo, che a differenza della Sardegna, in Abruzzo potrà contare anche sull’appoggio di Azione.
“Cambiare i candidati in corsa fa riflettere e bisogna ascoltare un po’ in più i territori.”
Ha detto il senatore leghista Centinaio commentando, al microfono dell’inviato di Tag24 Lorenzo Brancati, i risultati delle elezioni regionali sarde e smentendo l’ipotesi maliziosa di un voto disgiunto della Lega contro il candidato di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu.
“Non ho visto in Sardegna elettori o esponenti della Lega pensare di fare voto disgiunto, no anzi i nostri volevano vincere perché noi volevamo tornare a governare.”
Terzo mandato, la Lega torna all’attacco. Centinaio: “Andare oltre i nomi, ragionare a lungo termine”
I fatti della Sardegna hanno per qualche ora fatto passare in secondo piano una questione che nei giorni scorsi ha messo a dura prova la tenuta della maggioranza, ovvero, il terzo mandato per i governatori delle regioni. La bocciatura dell’emendamento della Lega al Dl Elezioni in commissione Affari Costituzionali al Senato non ha messo la parola fine alla questione, con il partito di Salvini, ma non solo, pronto a ritornare all’attacco.
“Sulla questione del terzo mandato, bisogna fare un ragionamento un po’ a medio e lungo termine, e ragionare indipendentemente dal partito di appartenenza e se le persone si chiamano Bonaccini, Zaia o De Luca. Se il terzo mandato è possibile a Roma non vedo perché non dovrebbe essere possibile nelle regioni.”