Si può puntare una telecamera sulla strada? Le regole sulla videosorveglianza si basano su pochi ma fondamentali pilastri. La sicurezza negli spazi abitativi, infatti, è una priorità per molti residenti e la videosorveglianza gioca un ruolo cruciale in questo contesto. Nelle strutture condominiali, l’installazione di sistemi di videosorveglianza richiede una serie di considerazioni legali e pratiche per assicurare sia la sicurezza che il rispetto della privacy. Andiamo a esaminare le normative che regolano l’uso della videosorveglianza in questi spazi condivisi e le implicazioni per i singoli proprietari.

Telecamera puntata all’esterno della casa: normativa quando il sistema è di proprietà condominiale

L’installazione di sistemi di videosorveglianza di proprietà del condominio deve essere comunicata chiaramente agli abitanti e ai visitatori attraverso l’apposizione di cartelli. Questi sistemi possono monitorare le aree comuni quali scale, atri, giardini, ecc. Per procedere con l’installazione, è necessario ottenere l’approvazione da parte dell’assemblea condominiale, con una maggioranza rappresentativa di almeno la metà dei millesimi di proprietà dell’edificio. Questo assicura che la decisione sia presa collettivamente e rifletta il consenso dei residenti.

Installazione da parte dei singoli condomini

Se un singolo condomino decide di installare un sistema di videosorveglianza, le regole cambiano. In questo caso, non è necessario né il cartello di avviso né l’approvazione dell’assemblea condominiale, a patto che la sorveglianza riguardi esclusivamente lo spazio privato del proprietario.

Limiti legali e giurisprudenziali sulla videosorveglianza

Il posizionamento di telecamere che possano inquadrare spazi pubblici o comuni solleva questioni legali significative. La giurisprudenza ha stabilito che la videosorveglianza deve rispettare la privacy e la libertà individuale dei cittadini, evitando di monitorare aree non direttamente correlate alla proprietà privata senza un adeguato accordo con le autorità locali.

Telecamera puntata all’esterno della casa: sorveglianza e privacy, cosa è permesso?

È consentito installare telecamere su balconi o muri perimetrali, purché queste monitorino esclusivamente spazi privati. Tuttavia, quando le telecamere possono catturare immagini di spazi pubblici o aree comuni, la situazione si complica. In questi casi, è essenziale rispettare le normative che proteggono la privacy dei cittadini, evitando di inquadrare aree di passaggio pubblico senza specifiche autorizzazioni.

Il ruolo delle autorizzazioni comunali nella videosorveglianza

Per le telecamere che puntano su strade o aree pubbliche, è obbligatoria l’autorizzazione del Comune. Questo assicura che ogni installazione di videosorveglianza esterna rispetti le normative sulla privacy e sulla sicurezza pubblica. Senza questa autorizzazione, l’amministrazione comunale può ordinare la rimozione dei dispositivi, sottolineando l’importanza di una corretta procedura autorizzativa.

Telecamera puntata all’esterno della casa: bilanciamento tra sicurezza e privacy

L’installazione di telecamere che riprendono parzialmente spazi pubblici, come strade adiacenti al balcone, deve essere attentamente valutata. Secondo la giurisprudenza, tale pratica può essere considerata legittima solo se mira a tutelare diritti fondamentali quali la sicurezza personale, la vita o la proprietà privata. In questi casi, il trattamento dei dati personali senza consenso è permesso solo se strettamente necessario per proteggere gli interessi legittimi del proprietario.

La decisione del Garante per la protezione dei dati personali, con il provvedimento n. 477 del 12/10/2023, ha introdotto limitazioni specifiche per l’installazione di queste apparecchiature, soprattutto quando puntano su luoghi pubblici.

Il caso esaminato ha evidenziato la problematica di una telecamera installata con un campo visivo eccessivamente ampio, che includeva aree pubbliche e potenzialmente catturava conversazioni, sollevando preoccupazioni sulla privacy e la protezione dei dati. Le nuove direttive consentono l’uso delle telecamere agli ingressi delle abitazioni, purché non inquadrino spazi pubblici o catturino audio, evitando così di configurarsi come sistemi di videosorveglianza soggetti a regolamentazione più severa. Questo equilibrio tra la legittima sorveglianza personale e la protezione della privacy richiede un’attenta valutazione dell’installazione delle telecamere, assicurandosi che la loro visuale sia limitata alla proprietà privata, nel rispetto del GDPR e delle normative sulla privacy.