Ha ucciso la compagna di 41 anni Sara Buratin nel cortile esterno dell’abitazione della madre a Bovolenta, nel Padovano e ora risulta irreperibile: ecco chi è Alberto Pittarello. Trentanove anni, era stato lasciato dalla donna da qualche mese: ieri, 27 febbraio, dopo essersi preso un giorno libero dal lavoro, l’avrebbe colta di sorpresa, colpendola alle spalle con un coltello da caccia fino a lasciarla inerme a terra. Il suo furgone è stato ritrovato nel fiume Bacchiglione: l’ipotesi è che si sia suicidato buttandosi in acqua, ma si aspettano conferme.
Chi è Alberto Pittarello, l’uomo che ha ucciso la compagna a Bovolenta
Noto in città per il suo impiego come tecnico delle caldaie, Alberto Pittarello è il figlio del cugino del padre della sindaca Anna Pittarello, che ieri si è detta profondamente addolorata per l’accaduto.
Conoscevo personalmente Sara, una donna e una mamma fantastica che raccoglieva consensi sul lavoro, negli hobby e nella vita privata. Non riesco a immaginare cosa sia accaduto tra lei e il suo compagno. Resta il dolore per qualcosa a cui la nostra piccola comunità non era abituata. C’è da riflettere sugli affetti, sulle problematiche della coppia. Non bastano le parole, occorre qualcosa di concreto perché la vita è un bene troppo grande per distruggerlo,
ha dichiarato. A riportarlo è il quotidiano Today. I fatti risalgono alla giornata di ieri, 27 febbraio: dopo essersi preso un giorno libero dal lavoro, il 39enne avrebbe teso un agguato alla compagna Sara Buratin, con cui aveva avuto una figlia che oggi ha 15 anni, nel cortile esterno della villetta della madre a Bovolenta, colpendola con un coltello da caccia dalla lama di circa quindici centimetri.
Almeno venti, secondo i primi accertamenti, i fendenti inferti alla donna, che non avrebbe neanche avuto il tempo di provare a difendersi. Il suo corpo è stato rinvenuto senza vita dalla madre anziana, che ha poi accusato un malore. Accanto c’era l’arma del delitto. Nessuna traccia, invece, del killer, che da dopo l’omicidio risulta irreperibile.
Il suo furgone è stato ritrovato dagli investigatori nel fiume Bacchiglione in piena; sulla sponda, in località Ca’ Molin, c’era invece il suo telefono cellulare. L‘ipotesi è che si sia suicidato, buttandosi nell’acqua a bordo del mezzo pesante ma potrebbe anche essere fuggito tentando di depistare le indagini. Si aspetta per conferme o smentite l’esito delle operazioni che stanno interessando vigili del fuoco e sommozzatori sul posto.
La questione della premeditazione
Mentre le ricerche proseguono senza sosta, gli investigatori stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica del delitto che ha sconvolto la comunità di Bovolenta: un delitto premeditato, secondo molti. Pittarello sarebbe stato visto per l’ultima volta attorno alle 10.35 di ieri mattina, mentre usciva dalla casa di viale Italia dove qualche ora dopo sarebbe stato ritrovato il cadavere della compagna.
Da almeno quindici giorni era a casa da solo e proprio ieri si era preso un giorno libero: si pensa che avesse programmato l’agguato nei minimi dettagli, dando appuntamento alla 41enne con una scusa, forse per consegnarle un motorino da dare alla figlia quindicenne, che durante il femminicidio era a scuola.
Sembra che non accettasse il fatto che Sara lo avesse lasciato e volesse costruirsi una nuova vita: due o tre giorni fa, secondo un testimone, avrebbero anche avuto una violenta lite davanti casa. Un movente che non sorprende e che ricorda, anzi, i numerosi femminicidi registratisi nel corso delle ultime settimane.
Si pensi, ad esempio, a quello che ha sconvolto la cittadina di Barga, nel Lucchese, dove il 56enne Vittorio Pescaglini ha ucciso a coltellate la moglie Maria Battista Ferreira con cui era in fase di separazione – e che momentaneamente viveva in un hotel, venendo seguita dai servizi sociali perché disoccupata – in strada.
Dopo essersi costituito è stato fermato e trasferito in carcere: è accusato di omicidio volontario aggravato. A un amico subito dopo i fatti aveva scritto di aver fatto una “caz**ta”.