Entro il 29 febbraio 2024 si dovrà pagare l’Imu senza interessi e sanzioni a seguito della proroga delle delibere comunali contenenti i regolamenti e le aliquote relative al 2023.

Entro la fine del corrente mese bisestile si deve provvedere alla regolarizzazione dell’Imu per l’anno 2023. A dover pagare l’imposta saranno i contribuenti determinati Comuni: la platea è costituita da oltre 700.000 cittadini che risiedono in piccole cittadine. Le 200 piccole amministrazioni comunali dovranno provvedere al ricomputo dell’imposta e pagare la differenza rispetto a quanto versato lo scorso anno. Le delibere comunali possono essere reperire nella sezione del portale del Federalismo fiscale reperibile sul sito del Tesoro.

Scopriamo in questa guida chi sono i contribuenti che devono provvedere al pagamento dell’Imu entro la fine del corrente mese senza sanzioni e senza interessi. Pagamento Imu entro la fine del mese senza interessi e sanzioni: chi sono i contribuenti interessati?

A seguito del ricomputo dell’Imu 2023, tutti i contribuenti che al momento del saldo hanno versato un’imposta di importo inferiore rispetto a quanto dovuto dovranno procedere al versamento del conguaglio entro e non oltre il 29 febbraio 2024. Tutti i contribuenti che hanno versato un importo eccedente a quanto dovuto devono provvedere alla richiesta del rimborso. Per maggiori informazioni è buon consiglio consultare il sito istituzionale del Tesoro.

Pagamento Imu entro fine mese: come richiedere il rimborso?

La fine del corrente mese segna il termine ultimo per provvedere al versamento del conguaglio Imu senza dover pagare interessi e sanzioni. Questa scadenza fiscale interessa tutti i contribuenti che risiedono nei Comuni che hanno pubblicato la delibera Imu tardiva. Ogni anno i contribuenti proprietari di un immobile pagano un acconto ed il saldo. L’acconto Imu 2023 doveva essere adempiuto entro il 16 giugno, mentre il saldo doveva essere versato entro il 18 dicembre. Il saldo Imu avrebbe dovuto essere computato con le nuove aliquote previste dalla delibera comunale pubblicata entro la fine di ottobre 2023.

Altrimenti, il saldo avrebbe dovuto essere computato le aliquote dell’acconto. Nel caso in cui fosse stata pubblicata una nuova delibera Imu dopo il 18 dicembre ed entro il 15 gennaio 2024, il proprietario degli immobili è tenuto a controllare sul sito del Tesoro e, in tale caso, il contribuente deve procedere con il ricomputo dell’Imu, tenendo conto dell’applicazione delle nuove aliquote. Nel caso in cui l’imposta ricomputata sia maggiore di quanto versato, è necessario provvedere al versamento della differenza entro la fine del mese corrente.

Nel caso in cui il versamento sia insufficiente si deve applicare il ravvedimento operoso. Nel caso in cui l’Imu venga ricomputata sulla base della nuova delibera comunale e risulti inferiore rispetto a quanto pagato, il contribuente matura un credito e può chiedere un rimborso. Per richiedere il rimborso Imu è necessario presentare una determinata richiesta scritta all’amministrazione comunale in cui si trovano i beni immobiliari.

Il modello da compilare è scaricabile dal sito dell’ente comunale di competenza. Il cittadino/contribuente deve provvedere alla compilazione del form in tutte le sue parti, indicando la ragione dell’istanza di rimborso. Il contribuente deve provvedere ad allegare la copia delle ricevute di versamento e l’addetto all’U.O Tributi del Comune di competenza provvederà a verificare il tutto ed a predisporre il rimborso spettante. Il rimborso dell’Imu a credito deve essere richiesto entro 5 anni dal giorno in cui è stato riconosciuto il diritto al rimborso. 

Pagamento Imu a conguaglio: il ravvedimento operoso

Nel caso di mancato rispetto del termine fissato in data 29 febbraio 2024, i contribuenti possono provvedere alla regolarizzazione attraverso il ravvedimento operoso, pagando quanto dovuto con l’aggiunta delle sanzioni e degli interessi. Per evitare l’applicazione di sanzioni ed interessi, è bene regolarizzare il pagamento entro e non oltre la fine del corrente mese.