È una Lazio… a due volti: i numeri di una stagione fin qui altalenante. – Persa, vinta, persa, vinta, persa. Sono i risultati delle ultime cinque partite di campionato della Lazio di Maurizio Sarri, che nel posticipo del Monday Night è uscita sconfitta per 2-1 in casa della Fiorentina. I biancocelesti erano passati in vantaggio grazie al gol di Luis Alberto, ma già nel primo tempo la Fiorentina aveva dato l’impressione di poter far male dopo aver colpito tre legni. Nel secondo tempo la squadra viola è venuta fuori grazie ai gol di Kayode e a quello di Bonaventura, due minuti dopo il rigore sbagliato da Nico Gonzalez.

A nulla è valso il forcing finale della Lazio, che così perde un’altra partita in Serie A e scivola a -8 dalla Champions League. Un rendimento altalenante e a due volti quello della Lazio di Maurizio Sarri, con alcuni giocatori che a fine anno potrebbero salutare per “ciclo finito” e altri da cui ci si aspetta sicuramente di più. Di seguito il focus sulla formazione di Maurizio Sarri e l’analisi del rendimento tra campionato e coppe varie.

È una Lazio a due volti: i numeri

40 punti in classifica, ottavo posto, -8 dal quarto posto che significa Champions League, 32 gol fatti (decimo attacco del torneo), 28 subiti. Il rendimento della Lazio in campionato non è sicuramente dei migliori, soprattutto se pensiamo che i biancocelesti partivano dall’ottimo secondo posto della stagione passata. La squadra di Maurizio Sarri ha perso anche contro la Fiorentina, non riesce a trovare continuità, ma soprattutto non riesce più a segnare con regolarità. 32 gol sono pochi. Immobile non è più quello brillante – sia fisicamente che mentalmente – degli anni scorsi e ha fin qui segnato soltanto cinque gol. Zaccagni non trova continuità nelle prestazioni e nei gol (solo 3), così come Felipe Anderson.

Insomma, anche a livello offensivo, Maurizio Sarri non può più contare sul brillante tridente dell’anno scorso che segnò 31 gol (Immobile-Zaccagni-Felipe Anderson) in Serie A, oltre a poter contare sulla fisicità e sulla qualità di Milinkovic-Savic, che ne realizzò altri 9. Isaksen si sta mostrando un esterno valido ma ancora non affermato in Serie A, Pedro garantisce qualità ed esperienza ma a partita in corso, Castellanos è un profilo di qualità ma deve trovare più la porta. Tutti fattori che hanno inciso in un campionato di Serie A fin qui anonimo e sotto le aspettative. E poi, invece, c’è la Lazio di Coppa. Di Champions League e di Coppa Italia.

Il rendimento nelle coppe

10 punti in 6 partite, 7 gol fatti e 7 subiti, ma soprattutto secondo posto nel gruppo E della fase a gironi di Champions League. Il rendimento della Lazio in Champions League è decisamente diverso e migliore di quello in campionato. La formazione biancoceleste si è qualificata agli ottavi, arrivando dietro all’Atletico Madrid ma davanti a Feyenoord e Celtic. Non contenta, la squadra di Maurizio Sarri ha giocato una grandissima partita nell’andata degli ottavi contro il Bayern Monaco, vincendo 1-0 con qualche rammarico finale. La qualificazione è tutta ancora da giocare, ma sicuramente la prova di solidità, compattezza, carisma e qualità dell’Olimpico contro il Bayern, lascia ben sperare nel cammino europeo.

E il rendimento non cambia in Coppa Italia, con le dovute proporzioni. Due partite giocate, due gol segnati e zero subiti. E se la prima contro il Genoa poteva essere più “agevole” (la decise Guendouzi), quella dei quarti di finale non era come tutte le altre. La Lazio si è infatti imposta per 1-0 nel derby contro la Roma grazie al gol di Mattia Zaccagni. Anche in quella partita la squadra si è mostrata solida, compatta e di grande carattere. In campionato la squadra latita, nelle competizioni a eliminazione diretta, invece, no. Una Lazio a due volti, che in questo finale di stagione dovrà ottenere il massimo.