Il calcio è sempre stata la sua più grande passione ed è per questo che Massimo De Santis, nonostante avesse immaginato di fare tutt’altro nella vita, nel 1979 decise di iniziare ad arbitrarel. Dopo 15 anni di esperienza, l’ingresso nella Commissione Arbitri Nazionale e nel 1995 la direzione della sua prima gara di Serie A. Da quel momento in poi, una carriera importante, con la trasformazione in arbitro internazionale nel 2000 e tre anni dopo, l’inserimento dalla UEFA negli arbitri Top Class. Per commentare Milan-Atalanta e le recenti polemiche arbitrali, legate come al solito anche all’utilizzo del Var, De Santis è intervenunto in esclusiva a Tag24.
Milan-Atalanta, polemiche arbitrali e Var, De Santis a Tag24
La moviola, il Var, la gestione arbitrale e le polemiche procedono sempre di pari passo. A far parlare, dopo la 26° giornata di campionato, soprattutto la decisione di Orsato di concedere il calcio di rigore per il contatto di Giroud su Holm, durante Milan-Atalanta. Una reviews al Var che ha portato al pari tra le due compagini e soprattutto che ha fatto indignare mister Pioli. Il tecnico rossonero però era in buona compagnia. Già il giorno precedente il dirigente dell’Udinese, Balzaretti, si era presentato ai microfoni tv per commentare amaramente la decisione di Fourneau di annullare il gol di Lucca per un contatto con De Winter. Per analizzare Milan-Atalanta, le polemiche arbitrali e l’utilizzo del Var, Massimo De Santis (ex arbitro), è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Weekend di polemiche arbitrali, soprattutto dopo Milan-Atalanta e il calcio di rigore concesso per il contatto tra Giroud e Holm. Cosa ne pensa?
“Ho riguardato attentamente le immagini e l’intervento di Giroud procura un danno al giocatore avversario. Con i parametri di oggi e con l’utilizzo del Var questo è un calcio di rigore da concedere. E, poichè l’altra domanda sarà sicuramente sul gol di Lucca dell’Udinese, dico che anche in quel caso la decisione presa e dunque l’annullamento della rete, è corretta. E’ normale che questi episodi facciano però discutere. Se quel calcetto fortuito di Giroud non lo avessero rivisto al Var, non sarebbe stato sanzionato. Anzi, peggio ancora, se fosse avvenuto a centrocampo, Orsato non avrebbe mai concesso il penalty. Questo a tutti gli spettatori, appassionati di calcio, non andrà mai giù e fa sorgere qualche dubbio”.
La famosa mancanza di uniformità di giudizio, anche all’interno della partita stessa…
“Questa cosa ce la porteremo dietro sempre. D’altronde in altre zone di campo, il Var per determinati falli non può intervenire e si lascia libero arbitrio al direttore di gara. Questa discrepanza tra area di rigore e resto del campo ci sarà sempre. D’altro canto però se il Var potesse intervenire su tutto, avremmo la fine del ruolo dell’arbitro. Questo è un calcio che sta andando sempre più verso decisioni televisive che non quelle dell’essere umano. Purtroppo dobbiamo farcene una ragione, ma capisco che così si perde tutti e questo può non piacere”.
Balzaretti ha detto che questo non è calcio. Si sta rischiando di togliere a questo sport il contatto?
“Credo che il Var stia aiutando molto l’arbitro, ma che si stia esagerando. In area di rigore stiamo arrivando a quello che è il contrario del calcio puro. Spinte e piccoli contatti che non verrebbero sanzionati in nessun’altra parte del campo, che diventano rigori se si è in area. La soglia di fallo non è la stessa perchè il Var passa ogni minomo dettaglio sotto la lente di ingrandimento. Orsato ad esempio ha una soglia di valutazione del fallo molto alta, ma è stato costtretto a concedere quel rigore perchè in quel caso non ha deciso in autonomia, ma si è adeguato a ciò che arrivava dalla sala Var”.
Holm, dopo aver subìto il fallo sul corpo, si tocca la testa simulando. E’ paradossale pensare di concedere il calcio di rigore, ma sanzionare atteggiamenti simili?
“Purtroppo o per fortuna questo fa parte della furbizia di ogni singolo giocatore. Il calcio lo prevede, ormai ci siamo abituati a certe scene. Il tocco di Giroud c’è, ma Orsato a centrocampo non lo avrebbe mai fischiato. D’altronde non aveva neanche concesso rigore inizialmente”.
Il protocollo è in continua evoluzione, c’è la possibilità che pima o poi si possa pensare di usarlo anche per i cartellini gialli? Perchè spesso quei gialli possono diventare rossi o comunque condizionano il rendimento del singolo giocatore.
“Sì e no. Sui provvedimenti disciplinari ora il Var può intervenire solo quando c’è l’errore, quindi ad esempio per un rosso non visto o per un cartellino giallo errato. Su determinati falli però incide molto la giocata del calciatore e il mezzo televisivo ti dà un realtà ben diversa da quello che accade in campo. L’episodio più viene rallentato e più sembra falloso. Bisogna affinare la tecnologia e capire davvero quale dovrà essere il campo di intervento del Var. Resta un grande supporto per i direttori di gara, ma stiamo andando su qualcosa di troppo legato alla tecnologia televisiva e si rischia di perdere la sensibilità dell’arbitro. Oggi quando viene richiamato al Var, l’arbitro 99 volte su 100 cambia la sua decisione. Servono delle profonde riflessioni per capire in che direzione si vuole andare per il campionato del prossimo anno”.
Le criticità restano molteplici?
“Purtroppo sì. Quello che mette in grossa difficoltà oggi la tecnologia è anche la scelta del fotogramma, ad esempio, sul fuorigioco, ma qui entriamo in un campo ancora diverso. Chi sta al Var cerca di utilizzare al massimo lo strumento, ma pochi millimetri possono cambiare una decisione. Anche sui falli di mano che portano a calci di rigore penso che serva maggior uniformità”.