Se soffri di pressione alta, probabilmente ti sarai chiesto se puoi bere caffè oppure no, e se è sì, quante tazzine al giorno.
È importante comprendere come regolarsi e stabilire quante tazzine di caffè al giorno sono accettabili per mantenere sotto controllo la tua pressione arteriosa e la tua salute. Con l’ipertensione, infatti, non si scherza.
Scendiamo nei dettagli e vediamo se puoi bere o meno caffè avendo la pressione alta.
Chi ha la pressione alta può bere il caffè?
Gli studi sui benefici o sui danni del caffè in chi soffre di ipertensione, si susseguono.
Il lato positivo è che il consumo di questa bevanda ridurrebbe il rischio di morte nei sopravvissuti all’infarto del miocardio, così come quello di sviluppare il diabete e alcuni tumori. Insomma i benefici del caffè ci sono, ma non valgono per gli ipertesi.
Di negativo, il caffè, in grandi quantità, aumenta la pressione sanguigna e favorisce ansia, palpitazioni e disturbi del sonno.
Tenendo conto dei danni che il caffè comporta per le persone ipertese, il team di Hiroyasu Iso del Centro nazionale per la salute e la medicina globale di Tokyo, in Giappone, ha valutato eventuali benefici della bevanda nera.
I ricercatori hanno registrato il consumo di caffè e lo stato di salute di quasi 19.000 giapponesi del Japan Collaborative Cohort Study for Evaluation of Cancer Risk.
Durante 19 anni di follow-up sono stati documentati 842 decessi correlati a eventi cardiovascolari.
Dopo aver analizzato i dati, gli scienziati hanno scoperto che bere due o più tazze di caffè (200 ml ciascuna) al giorno era associato a un rischio raddoppiato di morte per malattie cardiovascolari nelle persone con ipertensione.
Questo rischi, invece, non è aumentato in coloro che si limitavano a una sola tazza al giorno. Il tè, invece, non è stato collegato ad alcun aumento del rischio cardiovascolare negli ipertesi.
“Le persone con ipertensione sono più sensibili agli effetti della caffeina”, spiegano i ricercatori. “E i danni di questa molecola superano i possibili effetti protettivi“.
Per quanto riguarda il tè, la presenza di polifenoli potrebbe spiegare perché questa bevanda non espone agli stessi rischi del caffè.
Infatti, la presenza di questi micronutrienti antiossidanti e antinfiammatori ne ritarda l’assimilazione nell’organismo. Senza contare che la stessa quantità di caffè contiene da 3 a 4 volte più caffeina del tè.
Quante tazzine al giorno di caffè per un iperteso?
Questa ricerca giapponese è chiara: per chi soffre di ipertensione, una sola tazzina di caffè al giorno. Se si superano le due tazzine, il rischio di morte per malattie cardiovascolari in chi soffre di ipertensione, raddoppia.
Il caffè aumenta la pressione sanguigna?
Il caffè contiene caffeina, una sostanza che agisce bloccando i recettori dell’adenosina nel cervello, e migliorando così l’energia e la concentrazione.
La caffeina, però, influenza la pressione sanguigna, aumentando i livelli di angiotensina II, adrenalina e catecolamine.
Questo può portare a un aumento della pressione sanguigna sistolica fino al 17% e della pressione sanguigna media dell’11%, insieme a un aumento della frequenza cardiaca.
Questi effetti sono attribuiti all’inibizione dei recettori dell’adenosina e al rilascio di sostanze come la renina e la norepinefrina, che possono aumentare l’attività della muscolatura liscia dei vasi sanguigni.
Uno studio ha coinvolto 40 volontari maschi sani, non fumatori, di età compresa tra 19 e 22 anni e con un peso tra 45 e 60 kg, privi di patologie cardiache o polmonari.
Divisi casualmente in due gruppi, è stato chiesto loro di astenersi dal consumo di caffè o tè per almeno quattro giorni prima del test.
Dopo un periodo di riposo di 30 minuti in laboratorio, è stata registrata la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca utilizzando strumenti appositi. Successivamente, il gruppo di prova ha ricevuto caffeina mentre il gruppo di controllo ha ricevuto un placebo.
I risultati hanno mostrato un aumento significativo della pressione sanguigna sistolica e della frequenza cardiaca nel gruppo che ha assunto caffeina, rispetto al gruppo di controllo.
La ricerca ha evidenziato l’effetto della caffeina sull’aumento della pressione sanguigna e della resistenza vascolare, indipendentemente dai cambiamenti nella frequenza cardiaca.