La Banca Centrale Europea mette in guardia gli investitori sull’esplosione del prezzo di Bitcoin. Nel corso delle ultime ore la regina delle criptovalute ha sfondato quota 56mila dollari e sembra intenzionata a proseguire la propria corsa.

Secondo la BCE, però, si tratterebbe semplicemente di una bolla, cui gli investitori dovrebbero fare molta attenzione, per non ritrovarsi a contare le perdite. In particolare, quanto sta accadendo in queste ore sarebbe da ricondurre a fattori temporanei. Tra di essi, soprattutto, la manipolazione del mercato, la domanda di attività illecite e politiche di regolamentazione che stanno andando in direzioni sbagliate.

Bitcoin: il monito della BCE

Attenzione all’esplosione del prezzo di Bitcoin. Questo è l’avvertimento lanciato dalla Banca Centrale Europea di fronte al nuovo rally di cui si sta rendendo protagonista l’icona ideata da Satoshi Nakamoto. Un monito che ha peraltro preceduto l’ultima esplosione del suo prezzo, in ordine temporale, quella che ha condotto BTC oltre il livello dei 56mila dollari.

L’istituzione chiamata a guidare le politiche finanziarie dell’Unione Europea ha pubblicato un rapporto in cui è andata ad analizzare i trend evidenziati da Bitcoin nelle ultime settimane, ritenendo evidentemente impossibile ignorare una realtà così rilevante anche per gli investitori del vecchio continente.

Per quanto riguarda l’intensa crescita del suo prezzo, la banca centrale riconosce come la stessa sia in effetti di grande rilievo, ma al contempo pericolosa. A renderla tale è il fatto di basarsi su condizioni di mercato effimere. In pratica il suo giudizio sembra ricalcare le accuse ripetutamente mosse nei confronti dell’icona crypto. Basti pensare in proposito alle parole di Donald Trump, quando era ancora presidente degli Stati Uniti. Il tycoon, all’epoca affermava come BTC fosse fondato sul nulla assoluto, non avendo basi nell’economia reale.

Se il parere di Trump, di nuovo in lizza per la Casa Bianca, sembra essere mutato nelle ultime ore, la BCE ha invece continuato a manifestare un atteggiamento severo verso Bitcoin. Come è possibile del resto notare analizzando il suo rapporto.

La crescita di Bitcoin è effimera, secondo la BCE

Perché il Bitcoin cresce a ritmi così intensi? La BCE ha individuato tre ragioni principali per la tendenza in atto:

  • la persistente manipolazione in un mercato che continua ad essere deregolamentato, almeno negli Stati Uniti;
  • l’aumento della domanda come veicolo di transazioni illecite, riecheggiando quindi la vecchia accusa mossa da più parti sull’utilizzo del token all’interno dell’economia criminale;
  • i fallimenti degli approcci normativi, i quali sono stati sinora disorganici, impedendo alle autorità monetarie interventi in grado di ingabbiare Bitcoin in un quadro assolutamente legale.

Altro punto importante del documento è poi quello in cui la Banca Centrale Europea mette in guardia gli investitori sulla possibilità di una nuova bolla. Analoga a quelle che di volta in volta hanno visto improvvisi boom del prezzo di BTC seguiti da crolli altrettanto repentini.

Un trend che è del resto in atto ormai dalla fine dell’anno passato, legato in particolare alla questione degli Exchange Traded Fund spot approvati dalla FED. A tal proposito la BCE esorta alla massima attenzione, per non esporsi alla abnorme volatilità del mercato criptovalutario. Una caratteristica che ne rende difficile la comprensione ai trader meno esperti.

Non manca inoltre un richiamo alla possibilità di pratiche manipolatorie, eventualità resa più praticabile nei momenti in cui la recessione riduce drasticamente la liquidità. Un trend che nell’innovazione finanziaria si è manifestato sotto forma di crypto winter.

La necessità di una seria regolamentazione

Infine, il rapporto elaborato dalla BCE va a criticare gli attuali approcci normativi, giudicati del tutto insufficienti per poter affrontare questioni cruciali come i tentativi di frode, la manipolazione dei prezzi e le ricadute ambientali del mining di criptovalute.

Per cercare di evitare danni, la banca centrale non esita quindi a chiedere una legislazione più stringente. Sino a prospettare la possibilità di elevare divieti tesi a porre una barriera difensiva di fronte ai pericoli associati a BTC. Una eventualità, quest’ultima, che sembra fornire un vero e proprio assist al governo svedese, da tempo in prima fila nel proporre il bando al mining Proof-of-Work. Un bando derivante appunto dai rischi ambientali ad esso collegati.

In definitiva, quindi, l’autorità monetaria europea sembra confermare il suo risoluto ostracismo nei confronti dell’innovazione finanziaria. Un atteggiamento che stride a fronte del mutamento di prospettiva da parte di molti istituti bancari di ogni parte del mondo, i quali hanno optato per un’apertura di credito verso le criptovalute, cercando di metterne invece in rilievo i lati positivi.