Andare in pensione con soli 17 anni di contributi si presenta come una sfida ardua, considerando che ci si trova al di sotto del limite contributivo minimo richiesto per accedere alla pensione di vecchiaia, fissato a 20 anni.

Questa condizione rischia di creare notevoli difficoltà e costringere il lavoratore o la lavoratrice a compiere sforzi straordinari per garantirsi un assegno mensile.

A meno che non siano presenti anni di contributi da riscattare o che vi siano le risorse finanziarie (e l’approvazione dell’INPS) per versare volontariamente 3 anni di contributi al fine di raggiungere l’anzianità contributiva minima, la pensione di vecchiaia rimane un obiettivo difficile da raggiungere. L’alternativa è sperare di rientrare in quattro specifiche categorie di potenziali beneficiari, di cui le prime due sono legate alle deroghe della legge Amato.

Quanto si prende di pensione a 67 anni con 17 anni di contributi?

La prima possibilità permette l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni di età con soli 15 anni di contributi versati, ma solo se questi sono maturati prima del 1992. Si tratta di una soluzione piuttosto remota, riservata a coloro che hanno iniziato a lavorare nel 1975 a 19 anni di età, hanno interrotto nel 1992 dopo aver accumulato 17 anni di contributi e non hanno mai ripreso a lavorare.

La seconda opzione, sempre legata alla legge Amato, consente l’uscita con 15 anni di contributi a chi ha ottenuto l’autorizzazione a versare contributi volontari entro la fine del 1992.

Per coloro che non rientrano in queste categorie, resta la possibilità di tentare l’uscita con la pensione di vecchiaia contributiva, ma anche questa opzione presenta delle sfide, dato che permette di andare in pensione a 71 anni di età con soli 5 anni di contributi versati, ma tutti a partire dal 1996 in poi. Addirittura, un solo mese di contributi versato prima del 1996 non consentirebbe l’accesso alla pensione.

Se nemmeno questo limitato gruppo di potenziali beneficiari è applicabile, l’ultima opzione è cercare di rientrare tra coloro che possono usufruire del computo presso la gestione separata, accedendo così alla pensione di vecchiaia contributiva. Questa modalità, tuttavia, non è meno impegnativa.

Come evidenziato, il processo di andare in pensione con soli 17 anni di contributi si presenta come una sfida considerevole. Tuttavia, la situazione diventa notevolmente più agevole se gli anni di contributi sono stati versati a partire dal 1996.

In questa circostanza, si può orientare la propria scelta verso la pensione di vecchiaia contributiva, disponibile al compimento dei 71 anni di età. Rappresenta l’ultima risorsa per coloro che hanno accumulato un numero limitato di contributi.

La domanda che sorge spontanea è: quanto si riceve di pensione con soli 17 anni di contributi? In questo caso, considerando anche il calcolo dell’assegno attraverso il metodo contributivo, ci si troverà di fronte a pensioni esigue, talvolta al di sotto della soglia minima di sopravvivenza stabilita annualmente dallo Stato (598,61 euro nel 2024).

Va notato che l’integrazione al minimo non si applica alle pensioni calcolate integralmente mediante il sistema contributivo, un ostacolo per chi ha avuto carriere frammentate e pochi contributi versati.

Esempio

A titolo esemplificativo, consideriamo un lavoratore dipendente di 71 anni con 17 anni di contributi e un reddito lordo annuo di 26.000 euro.

Per calcolare il suo assegno, dobbiamo individuare il montante contributivo, ovvero la somma delle quote di retribuzione lorda annua accumulate dal 1996 in poi: ogni anno di lavoro contribuisce al 33%.

Pertanto, il 33% di 26.000 euro è pari a 8.580 euro; moltiplicato per 17 anni di contributi, otteniamo un montante contributivo di 145.860 euro.

Questo valore è influenzato dal coefficiente di trasformazione, che converte il montante contributivo in pensione. A 71 anni, il coefficiente è del 6,655%. Il 6,655% di 145.860 euro corrisponde a 9.707 euro, l’importo lordo di un anno di pensione, pari a circa 747 euro lordi al mese, corrispondenti a circa 500 euro netti al mese.

Con un reddito lordo annuo di 24.000 euro, si accumula una pensione di 8.960 euro lordi l’anno, equivalente a circa 450 euro netti al mese. Nel caso di una retribuzione annua lorda di 22.000 euro, la pensione si attesta a 400 euro netti al mese.