A Catania stamattina sono finiti in manette 10 persone e sono stati eseguiti sequestri in 17 diverse società da parte della Guardia di Finanza: gli indagati sono accusati, a vario titolo, di aver compiuto il reato di evasione dell’Iva per un valore complessivo di ben 30 milioni di euro. Le accuse sono anche di frode fiscale e di bancarotta fraudolenta.
Catania, evasione dell’Iva e bancarotta fraudolenta: 10 arresti e 17 società sotto sequestro
Gli agenti della Guardia di Finanza di Catania nelle prime ore della mattinata di oggi, martedì 27 febbraio 2024, hanno dato esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere per 6 soggetti, ai domiciliari per altri 4.
L’operazione, denominata “Ultimo brindisi” e coordinata dalla Procura europea di Palermo, ha portato al fermo di persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla evasione e frode fiscale e a condotte plurime di bancarotta.
Secondo le accuse, queste avrebbero fatto parte di un gruppo criminale che avrebbe illecitamente commercializzato bevande su tutto il territorio nazionale italiano.
In tale vicenda sembrano essere coinvolte altre 17 persone, che al momento risultano essere iscritte nel registro degli indagati. Per queste sono scattati i divieti di esercitare l’attività di impresa e di rivestire ruolo in uffici e funzioni direttive o amministrative presso società di persone o di capitali, anche per interposta persona, per la durata di un anno.
Oggi gli agenti delle Fiamme Gialle hanno dato esecuzione inoltre all’ordinanza di sequestro preventivo, in forma diretta, di somme di denaro nella titolarità di 17 società di capitali e di 25 indagati.
In via sussidiaria, la Guardia di Finanza ha sequestrato disponibilità finanziarie e patrimoniali (ovvero beni immobili e mobili) di questi ultimi fino a concorrenza del valore complessivo di oltre 30 milioni di erup.
Tutte queste ordinanze sono state eseguite in diverse città d’Italia. Sono stati coinvolti dunque finanzieri da Nord a Sud del Paese. Nello specifico, le operazioni sono avvenute nella mattinata di oggi nelle province di Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L’Aquila e Milano.
Cosa è emerso dalle indagini
Gli arresti e i sequestri sono giunti al termine di dettagliate indagini durate circa 2 anni. Durante le attività investigative, i professionisti del settore hanno individuato una presunta organizzazione criminale strutturata su scala piramidale.
Secondo gli investigatori, dietro a delle “teste di legno”, tale organizzazione avrebbe gestito, di fatto, “imprese cartiere” (missing trader) e “interposte” (buffer), attraverso cui sarebbe stata realizzata l’imponente evasione dell’Iva.
Le “imprese cartiere” sarebbero servite per emettere fatture di operazioni inesistenti nella commercializzazione di bevande. Queste ultime, proprio grazie all’evasione di imposta, sarebbero state vendute a prezzi altamente concorrenziali.
Nei vari meccanismi di frode, gli agenti hanno notato il presunto acquisto senza Iva di merci falsamente destinate all’estero. A ciò si aggiungerebbe il mancato versamento in Italia dell’imposta sugli acquisti provenienti dalla Repubblica di San Marino.
Secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle, gli arrestati avrebbero simulato operazioni intracomunitarie. Lo avrebbero fatto tramite una società situata in Bulgaria ma di fatto gestita in Italia sempre dalla stessa organizzazione.
Gli indagati avrebbero così tratto profitti illeciti per quasi 600mila euro. Profitti acquisiti anche attraverso presunti crediti d’imposta inesistenti, falsi corsi di formazione per membri del personale delle società e altro ancora.
Ad alcuni dei soggetti finiti agli arresti questa mattina, gli agenti hanno contestato anche il reato di bancarotta fraudolenta.
La base operativa a Belpasso e il coinvolgimento del figlio di un boss
Secondo le Fiamme Gialle, il gruppo criminale avrebbe la base operativa in un deposito di Belpasso (Catania). Il sodalizio si sarebbe avvalso di imprenditori e professionisti, grazie ai quali appunto avrebbe evaso il fisco per 30 milioni di euro.
A capo di questa organizzazione che avrebbe illecitamente commercializzato bevande in tutta Italia ci sarebbe un uomo di 41 anni incensurato. Sembra trattarsi del figlio di un boss esponente del clan mafioso Santapaola, attualmente detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Sulmona.
A gennaio scorso abbiamo parlato di un altro caso di maxi evasione fiscale in tutta Italia.