Massimo Giletti si prepara per il grande ritorno sugli schermi Rai, dopo ben 7 anni di assenza e la chiusura della sua trasmissione “Non è l’Arena” su La7.
Il giornalista e conduttore sarà al centro di uno speciale dedicato ai 70 anni della televisione italiana, intitolato “La tv fa 70 anni”, che verrà trasmesso su Rai1 il 28 febbraio 2024.

Nell’attesa di questo evento speciale, Massimo Giletti è stato intervistato dagli inviati di Tag24.it per parlare dei dettagli e delle emozioni legate al suo ritorno in Rai e alla preparazione di questo importante momento televisivo.

Massimo Giletti torna in Rai con “La tv fa 70”, le anticipazioni del programma: Perché non c’è Mara Venier?

Una delle domande poste a Giletti riguardava l’assenza di Mara Venier nello speciale. Il conduttore ha spiegato che, purtroppo, è difficile includere tutti e che è stata fatta una scelta narrativa specifica. Mara Venier sarà comunque presente in un filmato insieme a Milly Carlucci.

Mara Venier perché non c’è?

Perché purtroppo, come dicevo, è complicato avere tutti e quindi si è fatta una scelta di racconto di un certo tipo. Nel quale Mara e Milly Carlucci saranno insieme in un bellissimo filmato.

Tra gli altri nomi che mancano ce n’è uno in particolare che avresti voluto coinvolgere?

Beh, Michele Santoro mi sarebbe piaciuto, però portare certi personaggi dentro un qualcosa che è più spettacolo, io capisco che facciano fatica.

Un conto fare una serata dedicata per esempio solo all’informazione. Io racconterò Biagio Agnes e farò vedere Santoro, quando sono stati mandati via dalla Rai, per esempio. Quello è un importante passaggio, però concentrarci su mille situazioni è veramente faticosissimo, anche perché io non perdo di vista il fatto che comunque devi fare spettacolo.

Come sarà il tributo a Mike Buongiorno nel nuovo programma Rai di Giletti?

Il conduttore ha svelato alcuni dettagli di un omaggio speciale a Mike Buongiorno, a partire dalla riproduzione del famoso balletto dei quattro conduttori leggendari: Enzo Tortora, Pippo Baudo, Mike Buongiorno e Corrado.

L’omaggio a Mike Buongiorno ci sarà? Come se l’avete inserito all’interno?

Di Mike Buongiorno faremo vedere il famoso balletto dei quattro. Una delle leggende delle cineteche, questo balletto con Enzo Tortora, Pippo Baudo che era appena arrivato nel gota della televisione e Corrado. E lì racconteremo, attraverso Pippo, la qualità fantastica di Mike, anzi tributerò a Mike in un ulteriore passaggio, perché nei 50 anni della RAI che conduceva Pippo, fece una grande canzone fatta e scritta per Mike e lui ebbe un momento di commozione: e lo faremo rivedere.

La critica alla TV attuale secondo Massimo Giletti

Il conduttore ha espresso anche le sue opinioni sulla televisione odierna, sottolineando che spesso è troppo schiava dell’audience.

Cosa non le piace della TV di oggi?

Io penso che sia troppo schiava del pubblico. Il limite più grande è quello. Bisogna avere il coraggio di non essere schiavi dell’audience, di non creare sempre solo un pubblico materasso cui va bene qualsiasi cosa, deve rischiare di più. Ho detto che anche una TV importante come la nostra, come la Rai, deve avere più coraggio in certe direzioni.

Il problema è che oggi, tu se fallisci dopo due o tre serate sei chiuso. Io mi ricordo che per esempio la Rai in cui sono nato io testava dei prodotti su Rai 2, se funzionavano passavano poi in automatico su Rai 1. Era quello che una volta si faceva anche a Mediaset. Si testavano certi prodotti.

Oggi non c’è più tempo, perché tutte le reti devono vincere. Forse va ripensata questa idea.

Quindi giovedì mattina alle 10 con quale stato d’animo sarai?

Beh, è ​​sempre una rottura infinita quella delle 10 di mattina quando escono i dati.

Diciamo che è una cosa a cui non ero più abituato e che mi tocca, è inevitabile, è l’adrenalina.

Il futuro in Rai di Massimo Giletti, doveva sostituire Fabio Fazio?

Nel corso dell’intervista, è emersa anche la questione di un’ipotetica passata proposta di condurre il programma di Fabio Fazio la domenica sera su Rai 3, Che Tempo Che Fa, quando quest’ultimo lasciò. Giletti ha spiegato che non gli è mai stata fatta una proposta del genere.

Quando è andato via Fabio Fazio era spuntato il tuo nome come possibile sostituto. C’era stata una proposta in questo senso di prendere il suo posto la domenica sera su Rai 3?

Ma se ho una sola serata qua, non so quello che farà in futuro, possono avermi chiesto qualcosa del genere seriamente? No, non è successo, non importa. Poi nessuno sostituisce nessuno, ognuno di noi ha le sue caratteristiche. Comunque Fazio è un numero uno assoluto. Fa un buon lavoro anche dov’è.

Hai parlato di essere in prova con la Rai, ma tu sei uno comunque a cui piace molto la libertà di azione. Ecco, questo lo hai riconosciuto anche nel rapporto che avevi avuto con Cairo. Ritieni tu di essere in prova con la Rai o forse è questa Rai ad essere in prova con te per vedere se puoi fare determinate cose?

Sarei molto arrogante a pensare di essere io a mettere la Rai in prova. E’ una prova reciproca, certamente.

Aver superato questo test per produrre un grande evento così internamente è una cosa molto forte. La serialità è qualcosa di diverso. Nella serialità devi sederti, meditare. Soprattutto in una televisione che ormai è talmente concorrenziale su tutte le fasce, in più sulle pay, quindi devi cercare di produrre quello che può funzionare.

Però di essere libero, la costante libertà è la parola. L’unica parola a cui non si può rinunciare, sia nel fare una cosa, che nel fare l’altra.

L’impatto emotivo del ritorno in Rai quando avete iniziato a parlare di questo impegno e nell’eventualità anche di altri, qual è stato?

E’ l’impatto di un professionista che parla con un gruppo importante in cui è nato. Loro sanno chi sono. Io vedevo il cavallo tutti i giorni perché la mia redazione, forse è stato un dazio che ho dovuto pagare, era attaccata alla Rai. Io dalla finestra del mio studio vedevo la Rai.

Lo trovavo curioso. Essere lì e guardare l’azienda in cui sono nato, proprio affacciarmi tutte le mattine… In realtà non mi sembrava di essere mai andato via, da un certo punto di vista.

Come quando me ne andai, i sentimenti erano diversi. Quando rientri hai la speranza di trovare di nuovo un approdo, quel senso di sicurezza, di piacere, di ritrovare anche il giardino uguale, la banca sempre là.

E’ cambiato forse qualcosa al Bar, neanche lì è cambiato niente. Speri anche che cambi qualcosa altro. E’ un ritorno a casa, assolutamente.

Viva Dio, c’è ancora qualcuno che ha la casa e ci tiene. La vita è così complicata. L’importante è essere sereni e vivere bene.

L’intervista a Massimo Giletti offre così uno sguardo interessante sul suo ritorno in Rai, sulle opinioni riguardo alla televisione italiana attuale e sulla preparazione dello speciale dedicato ai 70 anni della tv. Un ritorno a casa, come lo ha definito lui stesso, in un mondo dello spettacolo che continua a evolversi.