“Navalny non assassinato ma deceduto per morte naturale? Non cambia nulla nella sostanza, in Siberia non ci doveva stare, questo è il punto“. A parlare così, in modo perentorio è il presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli che a Tag24 esprime il suo pensiero sulle ultime rivelazione arrivate direttamente dall’Ucraina e dal capo dell’intelligence del ministero della Difesa ucraina.
Paolo Alli: “La Russia si tiene ancora in piedi grazie all’alleanza con la Cina e se non fosse stato per Trump…”
Notizie che potrebbero cambiare un po’ le cose, ma non più di tanto, almeno secondo il presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli che conosce molto bene le dinamiche interne all’Europa e anche alla Nato, essendo stato per diversi anni il Presidente dell’Assemblea Parlamentare Nato in rappresentanza dell’Italia. “La verità è che Alexei Navalny in quel posto non ci doveva proprio stare, anche se l’avessero trattato umanamente le guardie russe, non è possibile che fosse in quelle condizioni di vita e di situazione. Non è una cosa che si potrà mai accettare, e questo lo sa bene anche Putin e lo sanno bene anche chi chiede chiarezza prima di esprimere giudizi affrettati. Navalny in Siberia non ci doveva stare, ma lo sanno bene tutti, poi purtroppo è morto”.
Una morte che ha creato dissesti e polemiche, anche nel contorno di una guerra che non finisce mai, tanto che il 24 febbraio sono due anni che è cominciata. E anche qui il presidente Paolo Alli non ha dubbi su quello che è successo e soprattutto su quello che succederà. “E’ abbastanza chiaro Putin quando ha iniziato la guerra aveva un orizzonte lungo, mentre per l’Ucraina ogni giorno che passa è duro, ed è ancora più duro. La verità è che il leader russo credeva che il conflitto durasse una settimana e a mio parere lo credevano anche i cinesi“.
Il ruolo dell’Europa, che Paolo Alli conosce, soprattutto i meccanismi della diplomazia in ambito internazionale e spiega: “L’Europa poteva fare di più come gli stessi Usa, magari all’inizio si poteva essere più determinati forse con gli aerei, anche perché le truppe di terra non avevano difesa aerea e questo ha inciso dal punto di vista militare e continua a incidere. Poi alla lunga, devo dire che ci possono essere paesi che fanno riflessioni del tipo: ma a noi che ci guadagniamo da questo situazione-ucraina? E questo fa il gioco dei filorussi. Diciamo che l‘Europa ha fatto molto, forse poteva fare qualcosa di più“.
Il vero problema per Paolo Alli è un altro e si chiama Cina: “La Russia ha un Pil ridicolo rispetto alla sua estensione territoriale e sta in piedi con le alleanze internazionali che ha, tra queste la principale è proprio la Cina. Anzi io sono sempre più convinto, e lo sostengo da tempo, che la Cina sia entrata in gioco in questa situazione dopo le sciagurate sanzioni che ha imposto Trump sui dazi e, in qualche modo, i cinesi entrando in gioco su questo terreno russo-ucraino, si sono voluti togliere dei sassolini. Che poi Trump dica che la guerra finirà in un amen, non sarà mai così, almeno fino a quanto la Cina dirigerà e appoggerà la Russia Putin“