Si continua a discutere delle cariche operate dalla Polizia venerdì scorso a Pisa per respingere un corteo studentesco pro Palestina.

Le immagini dei respingimenti e delle manganellate sui giovanissimi studenti – per lo più minorenni – hanno infatti scosso l’opinione pubblica e polarizzato il dibattito politico, specialmente dopo il duro intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in una nota ufficiale, ha fatto saper di aver “fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle forze dell’Ordine non si misura sui manganelli”.

Cariche a Pisa, Paoloni (Sap): “I colleghi erano rimasti schiacciati. L’uso della forza è stato necessario”

Che ci sia stato un problema di gestione della piazza di Pisa, dove la manifestazione degli studenti pro Palestina è terminata con cariche e manganellate, è stato d’altronde ammesso anche dalla stessa Questura.

Nell’attesa che eventuali responsabilità siano accertate dalla Procura, la quale ha aperto un fascicolo di indagine sui fatti, le sigle sindacali rappresentative delle Forze dell’Ordine hanno tuttavia lanciato un appello affinché quanto accaduto a Pisa non sia utilizzato in modo strumentale per denigrare il lavoro di chi quotidianamente opera, a scapito della sua sicurezza, sul territorio. A ribadire questa posizione a TAG24 è Stefano Paoloni, segretario generale nazionale del Sindacato autonomo di Polizia SAP.

Segretario Paoloni, qual è il suo giudizio sui fatti avvenuti a Pisa?

«Il nostro dovere è far sì che tutti possano manifestare liberamente, purché pacificamente e senza armi. Il rispetto delle regole è fondamentale, ma purtroppo in questi ultimi episodi non è avvenuto. I manifestanti hanno cercato di recarsi in zone che avrebbero ulteriormente messo a rischio l’ordine pubblico: per questo purtroppo si è reso necessario l’uso della forza».

Ciò che ha colpito l’opinione pubblica è la giovanissima età dei manifestanti, il cui atteggiamento non sembrava pericoloso al punto di giustificare un simile intervento.

«Sì, c’erano sicuramente dei ragazzi ma anche persone con un’età più elevata. Quando il gruppo agisce in simultanea, il singolo partecipante si percepisce di meno: rimane la massa gestire. Nel contesto di Pisa, i colleghi erano rimasti schiacciati tra il mezzo e i manifestanti che hanno iniziato a spingere e a far partire anche qualche pugno. Per questo purtroppo si è dovuti ricorrere anche alla carica di alleggerimento».

Scontri di Pisa, Paoloni (SAP): “Da tempo denunciamo il rischio che la gestione delle piazza diventi politica”

La Questura ha ammesso un problema di gestione della piazza. Quanto ha influito questa errata gestione nel determinare queste eccessive conseguenze?

«Non conosco esattamente la dinamica dei fatti e la conformazione delle strade di Pisa. Molte valutazioni possono essere fatte solo sul posto, difficilmente a distanza. Certo è che il blocco alla fine della via può aver creato qualche problema, non essendoci particolari vie di fuga.

Il punto, tuttavia, credo sia sempre il rispetto delle regole. Il nostro è uno Stato di diritto».

Cosa pensa delle parole del presidente Mattarella sui fatti di Pisa e dello scontro politico in corso?

«Da tempo denunciamo il rischio che la gestione delle piazze diventi un problema di carattere politico, perché si rischia da una parte l’escalation e dall’altra la legittimazione dell’uso della violenza.

Abbiamo criticato il Presidente De Luca, il quale, pur avendo una funzione pubblica e istituzionale, ha aggredito verbalmente il responsabile del servizio di ordine pubblico della manifestazione di Roma. È fondamentale che vengano misurati i propri comportamenti, altrimenti simili atteggiamenti possono essere percepiti come esempi che rischiano di legittimare la violenza.

Le parole del Presidente della Repubblica devono invece consentire a tutti di riflettere su quanto sta accadendo. Anche a chi strumentalizza questi episodi».

Indagini sugli scontri di Pisa, Paoloni (SAP): “Sarà necessaria una riflessione sulla gestione delle manifestazioni”

Cosa pensa dell’indagine avviata dalla Procura di Pisa?

«Come sempre, se ci sono responsabilità individuali queste dovranno essere chiarite, pur tenendo a mente che il contesto operativo di Pisa è stato molto difficile e complesso. Mi preme sottolineare poi un altro aspetto: anche le Forze dell’ordine hanno il diritto di tornare a casa sani dalle proprie famiglie. Non siamo carne da macello.

Per quanto riguarda le indagini, è chiaro che la sola apertura è un qualcosa di spiacevole che significa che la dinamica non è chiara. Noi auspichiamo che le indagini consentano di fare massima chiarezza sui fatti.

Dopodiché, come dicevo, sarà necessaria una riflessione. Probabilmente andranno riviste le tecniche e le regole per la gestione delle manifestazioni. Credo che sia ormai indispensabile, ad esempio, che venga previsto un cuscinetto di sicurezza, una zona invalicabile tra operatori delle forze dell’ordine e manifestanti.

Le Forze dell’ordine non hanno colore politico, difendono la sicurezza del Paese indipendentemente dalla maggioranza di Governo. Abbiamo giurato di osservare le leggi e di essere fedeli alla Costituzione. Non per questo, tuttavia, abbiamo il dovere di prendere le botte».