Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, club che Arturo Di Napoli porterà sempre nel cuore, per affermarsi ed esordire in Serie A l’ex attaccante deve approdare a Napoli. In azzurro vive due stagioni importanti, tra il 1995 e il 1997 e assume il soprannome di ‘Re Artù‘. Attaccante di talento e di grande personalità, sotto la guida di Boskov segna 5 reti alla sua prima stagione nella massima categoria. Poi, dopo essere rientrato in nerazzurro, inizia a girovagare per l’Italia, completando la sua carriera con esperienze importanti dalla Serie A e fino alla Serie D. Per commentare la crisi degli azzurri e l’ultima gara, Cagliari-Napoli, Di Napoli è interenuto in esclusiva a Tag24.

Cagliari-Napoli, Di Napoli a Tag24

Il nuovo ciclo del Napoli di Calzona è iniziato ormai da una settimana. Troppo poco per vedere un cambiamento radicale, ma abbastanza per dare una scossa alla squadra. Eppure il risultato arrivato a Cagliari, contro Ranieri, deprime ancora di più l’ambiente. Il Napoli non riesce ad alzare la testa, a ritrovare quelle trame di gioco che l’hanno resa grande un anno fa e non riesce ad uscire da questa crisi nera che ne ha condizionato l’intera stagione. Mister Calzona farà del suo meglio da qui alla fine dell’anno, con l’obiettivo di far ritrovare serenità al gruppo, ma la corsa Champions, partita dopo partita, si complica sempre di più. Mercoledì sera gli azzurri recupereranno il match con il Sassuolo, altra squadra in crisi nera, con la speranza di ripartire. Per commentare Cagliari-Napoli, Di Napoli, che ha vestito la maglia dei partenopei per due stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il Napoli arriva a un passo dalla vittoria, ma sul finale si fa recuperare dal Cagliari. Questa squadra non riesce più ad alzare la testa?

“Quella del Napoli è una situazione davvero al limite. Il Cagliari in casa è una squadra che non ha mai mollato e che ha ottenuto grandissimi risultati, soprattutto nei minuti finali. Quel che è certo però è che gli azzurri in questo momento gira anche male. Dopo l’ottimo risultato arrivato con il Barcellona in Champions e con l’avvento del nuovo mister, sembrava che gli azzurri potessero iniziare un percorso di ripresa e cambiare le sorti di questa stagione. La partita di ieri però ha dimostrato che non è così”.

Troppo presto per pensare che Calzona potesse aver già cambiato questa squadra in così pochi allenamenti?

“Io credo che il problema sia molto più profondo e che non si possa risolvere solo col cambio dell’allenatore. Questa è una squadra mentalmente fragile. L’arrivo di Calzona può aver generato entusiasmo, ma poi è evidente che questo gruppo, alla prima difficoltà, si scioglie. Bisognerebbe fare una rispolverata pazzesca. Napoli è grandiosa quando c’è da festeggiare, ma al contempo genera grandi pressioni quando le cose non vanno per il verso giusto. Resto convinto che sia una questione prettamente mentale. Ora devono solo trovare la voglia di reagire e trovare un trend diverso, senza sfaldarsi davanti al primo problema. Questi ragazzi, davanti alle prime difficoltà invece calano le braccia e la testa. Il nuovo allenatore, che conosce ambiente e calciatori, dovrà essere molto bravo. Il problema fondamentale però è che di tempo ce n’è davvero poco”.

Si parla molto di una mancata preparazione fisica adeguata. Può essere questa la spiegazione alla base dei problemi?

“Ho sempre avuto la consapevolezza che la preparazione estiva sia alla base, per poi capire che tipo di andamento fisico si può adottare successivamente, nell’arco di tutto il campionato. La preparazione di agosto è fondamentale ed è chiaro che sia stata sbagliata quella, o se qualcosa non ha funzionato, durante la stagione ne paghi le conseguenze. Ad oggi non mi sembra certo una squadra reattiva come era quella di Spalletti, ma probabilmente quel tipo di atmosfera sarà davvero difficile da poter rivedere. Continuo a ribadire però che il Napoli sta pagando anche dal punto di vista mentale”.

Realisticamente oggi il Napoli a cosa può ambire?

“È davvero difficile dare una risposta a questa domanda. Questa squadra ora può vivere soltanto giorno dopo giorno, cercando di rendere ogni singola partita una battaglia, una finale. Questi ragazzi devono iniziare a spingere sull’acceleratore, facendo del loro meglio in ogni occasione. Pensare alla corsa Champions o al futuro, in questo momento, sarebbe davvero inutile. Calzona dovrà invece lavorare giorno dopo giorno, pensando a domenica dopo domenica e partita dopo partita. Per pensare al futuro c’è tempo, ma De Laurentiis è uno molto navigato in questo senso e non si farà trovare impreparato. Il presidente avrà modo di ripartire e sono sicuro che farà qualcosa per riportare in auge il Napoli”.

Intanto pensiamo al passaggio del turno con il Barcellona, è un obiettivo possibile?

“Assolutamente sì, è tutto possibile. Anche il Barcellona, in questa stagione, ha vissuto qualche momento di seria difficoltà. Il Napoli è quasi la stessa rosa dello scorso anno, ma è chiaro che è cambiato il timone. Probabilmente stanno accusando anche l’assenza di Giuntoli, che dava una certa serenità all’ambiente. Ci può stare tutto però perché questa resta una squadra forte e se i calciatori lo vogliono, possono centrare questo traguardo”.