Sono trascorsi quasi sei anni dalla tragedia del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 alle 11:36 del mattino, uccidendo 43 persone. Nel processo principale per il disastro, che vede imputate 58 persone, ci sono due nuovi indagati: l’ingegnere Fabrizio Noto e l’ex dirigente Agostino Rusca, che gli inquirenti credevano morto.

Crollo Ponte Morandi a Genova, due nuovi imputati a processo

Secondo l’accusa, il ponte è crollato a causa di anni di manutenzioni inadeguate a realizzate per risparmiare. Gli imputati sono tutti ex dirigenti e tecnici di Autostrade e di Spea (l’ex controllata che si occupava della manutenzione), ma anche funzionari del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria.

I due nuovi indagati sono stati ugualmente coinvolti nelle opere riguardante il ponte. L’ingegnere Fabrizio Noto si occupò dei calcoli del progetto di rinforzo delle pile 9 e 10 del viadotto.

Mentre Agostino Rusca è stato capo dell’ufficio manutenzioni della direzione del primo tronco di Autostrade dal 1999 fino al 2006.

Entrambi rispondono degli stessi reati contestati ai 58 imputati: omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione di atti di ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Perché sono indagati

Il nome di Noto è stato fatto da un altro imputato, l’ingegnere Emanuele De Angelis che, durante il suo interrogatorio, aveva dichiarato che i calcoli da lui usati per redigere il progetto di rinforzo erano stati fatti dal collega.

Agostino Rusca, invece, non era stato inserito nella lista delle persone da indagare in quanto creduto morto. Gli inquirenti hanno scoperto che non era così leggendo il suo nome nelle liste dei testimoni di difesa.

Inoltre sono stati indagati anche due testimoni, sentiti durante le udienze. Si tratta dell’ex capo del personale di Aspi Giampiero Giacardi, accusato di falsa testimonianza. E Andrea Pancani, ingegnere che è stato responsabile della sorveglianza di Spea in Toscana, accusato di falso. 

Nel filone bis dell’indagine sono imputate 47 persone, molte delle quali già presenti nel processo principale. L’inchiesta riguarda i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere anti rumore pericolose, il crollo in A26 della galleria Bertè. Nonché il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel.