Si è concluso l’incontro tra governo e sindacati previsto per oggi, 26 febbraio 2024, ma il tema della sicurezza sul lavoro continua a dividere esecutivo e parti sociali. Landini della Cgil attacca le “risposte inadeguate” del governo e annuncia mobilitazione appoggiato da Bombardieri della Uil. Fuori dal coro la posizione di Sbarra della Cisl, che parla di “incontro positivo e apprezzabile“.
Sicurezza sul lavoro, Landini duro dopo l’incontro col governo: “Mobilitazione prosegue”
Era molto atteso il tavolo fissato per oggi tra associazioni sindacali e governo sul tema della sicurezza sul lavoro, dopo la tragedia di Firenze, con i cinque operai morti nel crollo di un muro in un cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga.
Tuttavia, non sembra colmata la distanza tra sindacati ed esecutivo su quella che è, ormai, paragonabile quasi a una strage quotidiana, con il leader Cgil Maurizio Landini che torna a contestare il governo per l’assenza di risposte adeguate sulla questione, annunciando battaglia.
“Non sono arrivate risposte all’altezza della gravità della situazione, la nostra mobilitazione prosegue con tutte le forme possibili”.
Ma quali risposte non sono arrivate dall’incontro alla sala Verde di Palazzo Chigi?
Landini, dopo aver ricordato i numeri comunicati dall’Inail relativi al 2023 – “Più di mille morti, quasi 500mila, più di 72mila malattie professionali” – sottolinea in particolare la richiesta di reintroduzione della norma, cancellata nel 2003, che prevedeva uguale trattamento economico e di tutela per tutti i lavoratori, a prescindere dall’impresa di cui sono dipendenti e dalla tipologia di appalto, pubblico o privato.
“Su questo non abbiamo avuto nessuna risposta. Non ripristinarla significa lasciare la giungla del subappalto”.
Bombardieri (Uil) sulla ‘patente a crediti’ del governo: “Vita di un lavoratore vale 20 crediti, non c’è rispetto della vita umana”
Altra critica dal segretario Cgil riguarda il metodo di confronto, con il testo del nuovo decreto del governo in materia consegnato solo a confronto in corso.
“Ci incontrano oggi, dopo quello che è avvenuto a Firenze, per dirci che alle 15:30 il Consiglio dei ministri approva queste norme su un testo di cui hanno discusso solo tra di loro. Non c’è la volontà di trovare accordi con le organizzazioni sindacali“.
D’accordo con Landini è il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri che denuncia “un clima che non è quello che ci dovrebbe essere quando si parla di morti sul lavoro“.
Bombardieri contesta, nel merito, l’introduzione della ‘patente a crediti’. Questo sistema dovrebbe entrare in vigore dal 1 ottobre, prevedendo 30 crediti di partenza per ogni azienda (che può continuare a lavorare se ne conserva almeno 15), con una serie di bonus e malus in base al rispetto o alla violazione di alcune regole, secondo questa scala:
- da 5 a 10 crediti tolti in caso di violazioni delle norme di sicurezza
- 20 crediti decurtati in caso di incidenti che provochino la morte di un lavoratore (possibile sospensione fino a 12 mesi)
- 15 crediti decurtati per incidenti che provochino inabilità permanente (possibile sospensione fino a 12 mesi)
- 10 crediti per inabilità superiori a 40 giorni
Il giudizio di Bombardieri su questi valori è impietoso:
“La vita di un lavoratore vale 20 crediti. Con 15 si può continuare a lavorare e gli altri 5 si recuperano con un corso di formazione. È una valutazione lontana dal rispetto delle vite umane e dalla necessità di intervenire con investimenti e risorse su quella che è una stage”.
Sicurezza sul lavoro, Sbarra (Cisl) unico soddisfatto: “Misure condivisibili”
L’unico giudizio positivo sull’incontro avvenuto a Palazzo Chigi arriva dal leader della Cisl Luigi Sbarra, che indica nella volontà dell’esecutivo di rafforzare i controlli e le sanzioni un buon punto di partenza.
“Un incontro positivo e apprezzabile. La ministra Calderone ha preannunciato la volontà di rafforzare controlli, ispezioni, assunzioni, sanzioni, investimenti. Sono misure in parte condivisibili, che rispondono ad alcune priorità avanzate dalla Cisl”.
Tuttavia, anche Sbarra si mostra prudente sul decreto, dicendo di voler attendere il testo definitivo per una corretta valutazione e sottolinea, al pari dei suoi colleghi, la necessità di una nuova metodologia nei rapporti tra esecutivo e parti sociali.
“Bisogna dare continuità al confronto, renderlo strutturale, costante, per costruire insieme una controffensiva partecipata contro le morti sul lavoro. Al Governo chiediamo di dare concretezza e profondità a queste proposte, dentro un metodo decisionale compartecipato, fondato su una corresponsabilità che impegni ogni parte a comportamenti conseguenti”.
La risposta del governo sarà affidata al decreto che verrà discusso oggi nel consiglio dei ministri. Da quello sarà possibile valutare se il tavolo di oggi avrà avuto un senso o se, come denunciato da Bombardieri, si sarà trattato delle ennesime parole al vento su un tema che ne ha sentite fin troppe, mentre gli operai continuano a morire.