Il raggiungimento della pensione con 38 anni di contributi è un obiettivo realizzabile, considerate le varie alternative disponibili:
- pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi);
- Ape Sociale (63 anni di età e un’anzianità contributiva compresa tra 30 e 36 anni);
- Opzione Donna (35 anni di contributi e dai 58 ai 60 anni di età in base ai figli avuti);
- pensione per lavori usuranti (35 anni di contributi e almeno 61 anni e 7 mesi di età);
- Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi, se i requisiti sono maturati entro il 31 dicembre 2021);
- Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi, se i requisiti sono maturati entro il 31 dicembre 2022).
Quanto si prende di pensione con 38 anni di contributi e 67 anni di età?
Partiamo dall’approccio tradizionale: la pensione di vecchiaia, ottenuta al raggiungimento dei 67 anni di età.
Se desideriamo calcolare l’importo dell’assegno, adotteremo un sistema misto che considera due componenti: una derivante dalle regole del sistema retributivo (calcolato al 2% per gli anni di contributi e applicando una percentuale all’importo delle ultime retribuzioni) e l’altra derivante dalle regole del sistema contributivo (importo contributivo moltiplicato per il coefficiente di trasformazione).
Immaginiamo un lavoratore dipendente con 38 anni di contributi, di cui 11 versati fino al 1995 e 27 maturati dal 1996 ad oggi, percependo una retribuzione lorda annua di 28.000 euro. Otterremo una quota retributiva di circa 6.600 euro e una quota contributiva di 13.767,82 euro (il 33% della retribuzione moltiplicato per gli anni di contributi e l’importo moltiplicato per il coefficiente di trasformazione del 5,723%).
Unendo le due componenti (6.600 euro e 13.767,82 euro), si otterrà l’importo lordo annuale della pensione: 20.367,82 euro, corrispondenti a circa 1.567 euro lordi al mese, equivalenti a circa 1.170 euro netti al mese.
Con una retribuzione lorda annua di 26.000 euro, la pensione netta mensile sarà di 1.100 euro, mentre con una retribuzione lorda annua di 23.000 euro si percepirà una pensione netta mensile di 970 euro.
Ape Sociale
Oltre alla pensione di vecchiaia, è possibile accedere alla pensione con 38 anni di contributi attraverso l’Ape Sociale.
Questa forma di anticipo pensionistico accompagna il lavoratore o la lavoratrice fino all’età pensionabile, a partire dal compimento dei 63 anni di età.
Possono beneficiare di tale opzione coloro che rientrano in varie categorie, tra cui disoccupati/e con almeno 30 anni di contributi, caregiver che assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave da almeno 6 mesi (30 anni di contributi), invalidi/e civili con almeno il 74% di invalidità accertato (30 anni di contributi), lavoratori edili e ceramisti (32 anni di contributi), lavoratori e lavoratrici impiegati/e in mansioni gravose (36 anni di contributi).
L’importo mensile dell’assegno corrisponde alla pensione maturata al momento della presentazione della domanda, con un limite massimo di 1.500 euro lordi al mese.
Opzione Donna
Un’alternativa previdenziale disponibile per chi ha accumulato 38 anni di contributi è l’Opzione Donna, aperta dal 1° gennaio 2023. Questa opzione è accessibile a donne licenziate o dipendenti di aziende in crisi, caregiver con almeno 6 mesi di assistenza, e invalide civili con almeno il 74% di invalidità, possedendo almeno 35 anni di contributi.
L’ingresso è consentito al raggiungimento dei 60 anni di età, ma le donne che hanno avuto figli godono di uno sconto anagrafico di un anno (59 anni) per un figlio e di due anni (58 anni) per due o più figli.
Un’altra opzione per andare in pensione con 38 anni di contributi è la pensione per lavori usuranti. Con almeno 35 anni di contributi versati e un’età minima di 61 anni e 7 mesi, questa misura segue il sistema delle quote:
- Con quota 97,7 possono accedere alla pensione i lavoratori dipendenti, avendo 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.
- Con quota 98,7 possono accedere alla pensione i lavoratori autonomi, avendo 62 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.
Per i lavoratori impiegati in lavori notturni, se hanno effettuato dai 72 ai 77 turni di notte in un anno di lavoro, possono andare in pensione con 62 anni e 7 mesi di età se dipendenti (quota 98,7) o con 63 anni e 7 mesi se lavoratori autonomi (quota 99,7), con 35 anni di contributi.
Sempre con 35 anni di contributi, se il lavoratore ha effettuato dai 64 ai 71 turni di notte in un anno di lavoro, può andare in pensione con 63 anni e 7 mesi (quota 99,7) se dipendente o con 64 anni e 7 mesi (quota 100,7) se lavoratore autonomo.
Quota 100 e Quota 102
Infine, coloro che hanno soddisfatto i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2021 e il 31 dicembre 2022 hanno la possibilità di pensionarsi con 38 anni di contributi, avendo accesso rispettivamente a Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi) e Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi).
Sebbene queste due misure siano state rimpiazzate dall’attuale Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi), rimangono ancora valide per coloro che hanno raggiunto l’età o accumulato l’anzianità contributiva richiesta dalla legge entro i limiti temporali precedentemente menzionati.