Nelle prime ore della mattinata di oggi, lunedì 26 febbraio 2024, è stato dato il via ad una grande operazione che si è svolta a Bari e in provincia per dare esecuzione di custodie cautelari in carcere e ai domiciliari nei confronti di 130 persone: queste sono accusate, a vario titolo, di aver permesso ingerenze da parte della mafia nelle elezioni comunali della città pugliese che si sono tenute il 26 maggio 2019.

Maxi blitz a Bari: 130 misure cautelari per “ingerenze della mafia nelle elezioni del 2019”

Sono stati oltre mille gli agenti, tra uomini e donne della Polizia e di altre Forze dell’ordine, impiegati nel maxi blitz di questa mattina. Gli operatori hanno notificato ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di centinaia di persone situate a Bari e nell’area metropolitana del capoluogo pugliese.

Gli agenti hanno così messo in manette oggi diversi soggetti, dando esecuzione alle misure emesse dalla sezione Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Dda. Hanno anche proceduto con ingenti sequestri di natura patrimoniale dal valore di milioni di euro.

Le 130 persone finite in manette oggi, lunedì 26 febbraio 2024, sono ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsioni, di porto e detenzioni di armi da sparo, di illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti.

E ancora di turbata libertà degli incanti e di  frode in competizioni sportive. Secondo le accuse, gli indagati avrebbero compiuto questi reati tutti quanti aggravati dal metodo mafioso.

Ad alcuni di questi la Polizia ha contestato anche il reato di scambio politico-mafioso. Gli arresti sono giunti questa mattina al termine di dettagliate indagini degli investigatori.

Questi ultimi, nel corso delle varie attività e operazioni, hanno documentato la presunta ingerenza di persone e gruppi di stampo mafioso nelle consultazioni amministrative per le elezione comunali di Bari del maggio del 2019.

Le prossime votazioni comunali nel capoluogo pugliese si terranno a giugno del 2024.

Chi sono gli arrestati?

Durante il blitz della Polizia, denominato “Codice interno”, sono finiti in manette persone che si pensano possono essere “appartenenti o contigue” al clan Parisi-Palermiti attivo nel quartiere barese di Japigia.

Secondo quanto riportato da LaPresse ed altri giornali locali, tra i destinatari delle misure cautelari ci sarebbero l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie Maria Carmen Lorusso, attuale consigliera comunale a Bari.

Sarebbero stati arrestati inoltre il padre di quest’ultima, Vito Lorusso, medico oncologo e il cantante neomelodico Tommaso ‘Tommy’ Parisi. Quest’ultimo è figlio di Savinuccio Parisi, ritenuto un personaggio di primo piano nel rione Japigia del capoluogo pugliese.

Precisiamo che queste persone, insieme a molte altre, sono state raggiunte da misure cautelari in carcere o ai domiciliari, gravemente indiziate di aver compiuto a vario titolo diversi reati. Non sono ancora state giudicate.

Gli altri dettagli

Come spiegato dalla Polizia, gli arresti di questa mattina hanno rappresentato l’epilogo di “meticolose investigazioni” fatti dal 2016 ad oggi.

Gli agenti hanno fatto sapere che ci sono state diverse attività di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali. Non sono mancati perquisizioni, servizi di pedinamento ed osservazioni.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, il livello di infiltrazione di un presunto sodalizio mafioso nella vita politica ed imprenditoriale del territorio di Bari sarebbe passato attraverso una serie di soggetti e sodalizi presenti all’interno.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, il nipote e il fratello di un presunto capo all’apice di un gruppo mafioso sarebbero stati all’interno di una società partecipata comunale e di una nota società di automotive.

In relazione a queste due, come hanno annunciato gli agenti, il Tribunale Sezione Misure di Prevenzione ha disposto la misura di prevenzione non ablativa dell’amministrazione giudiziaria di aziende ex articolo 34 del Codice antimafia.

Come affermato prima inoltre, oggi il Tribunale Sezione Misure di Prevenzione ha deciso di disporre il sequestro finalizzato alla confisca di un cospicuo complesso immobiliare per un valore complessivo di milioni di euro.