Enel ha annunciato il collocamento di un bond ibrido, che ha ricevuto un numero di ordini superiore i 3 miliardi.

Si tratta di un prestito obbligazionario ibrido da 900 milioni di euro con un rendimento pari al 4,8% sul mercato comunitario dell’UE. Il bond ibrido emesso da Enel è destinato agli investitori istituzionali e non al mercato retail e l’emissione del bond riflette la strategia del gruppo energetico. 

Scopriamo in questa guida quali sono le caratteristiche e quali sono i rendimenti del bond ibrido Enel. Facciamo chiarezza.

Bond ibrido Enel: ecco quali sono le caratteristiche

Il bond ibrido Enel è un prestito obbligazionario non convertibile destinato a investitori istituzionali e non al mercato retail. L’emissione del bond ibrido consente di rifinanziare il prestito obbligazionario perpetuo e riflette la strategia del gruppo energetico.

Si tratta di un bond senza scadenza fissa, che può essere riscosso solo in caso di liquidazione della società. La cedola fissa annuale è pari al 4,8%. I titoli sono quotati sul mercato della Borsa Irlandese e gli stessi hanno un rating pari a BB+, secondo l’agenzia di rating Standard & Poor’s.

Bond ibrido Enel: a quanto ammonta il rendimento?

Il bond ibrido Enel ha totalizzato ordini per un importo superiore ai tre miliardi di euro. Il bond ibrido Enel non è convertibile, è perpetuo e senza alcuna scadenza fissa. La cedola fissa annuale è pari al 4,75 percento. A partire dal 27 maggio 2029 il bond matura un interesse pari all’EUR 5 Years IRS Interest Rate Swap incrementato di un margine pari a 25 punti base e di un ulteriore incremento di 75 punti a partire dal 27 maggio 2049.

La cedola fissa viene pagata con cadenza annuale a partire dal mese di maggio 2024. L’emissione del bond ibrido Enel è stata sostenuta da un pool di intermediari bancari: Goldman Sachs, Bnp Paribas, Imi-Intesa Sanpaolo, Santander, Bank of America, J.P. Morgan, Unicredit, Citi, Caixabank, Hsbc e Natwest Markets.

Bond ibrido: cosa sono e come funzionano?

Prendendo in considerazione gli interessanti rendimenti, il mercato dei bond ibridi potrebbero crescere esponenzialmente. Le obbligazioni ibride offrono un rendimento doppio rispetto al BTp decennale, che offre un rendimento pari a 4 punti percentuali.

I bond ibridi sono titoli obbligazionari emessi dalle società emittenti che puntano ad ottenere un finanziamento sul mercato del reddito fisso. Le obbligazioni ibride sono titoli assimilabili alle obbligazioni bancarie AT1. Le obbligazioni ibride sono titoli senza scadenza o con scadenze lunghissime e possono essere richiamate dopo cinque anni dall’emissione.

Nel caso in cui il bond non venga richiamato scatta un incremento cedolare, che viene corrisposto ai detentori delle obbligazioni. A differenza delle obbligazioni subordinate bancarie, i bond ibridi beneficiano dell’equity credit. Nel caso in cui il richiamo non venga esercitato alla prima data, la società emittente vede aumentare la leva.

Perché le società emettono le obbligazioni ibride?

Le società emettono i bond ibridi per finanziare le operazioni di acquisizione o di fusione. In Italia le società che preferiscono emettere i bond ibridi sono Enel, Eni e Terna. A livello comunitario, le società che emettono le obbligazioni ibride sono soprattutto Bayer e Vodafone.

Tra gli esempi più diffusi e recenti c’è il bond ibrido Vodafone che scade nel 2086 e stacca una cedola pari ad 8 punti percentuali. Tra le altre obbligazioni ibride emesse ci sono i bond perpetui Enel, che staccano una cedola pari a 6,38 punti percentuali ed una pari al 6,63%. Le scadenze dei bond Enel sono fissate al mese di aprile 2028 ed al mese di aprile 2031. Tra i bond ibridi che staccano cedole più elevate c’è l’azienda finlandese Pihlajalinna, che stacca una cedola pari a 12 punti percentuali. Il richiamo del bond è previsto per il 27 marzo 2026.