Il naufragio di Cutro è uno degli episodi più tristi della recente storia del nostro Paese: nella notte tra il 25 e il 26 febbraio del 2023 un’imbarcazione carica di migranti si arenò ed esplose, portando alla morte di decine e decine di uomini, donne, bambini e neonati, ma che cosa è successo per la precisione? Qual è stata la dinamica della tragedia? E soprattutto, di chi sono state le responsabilità? Cerchiamo di rispondere insieme alle domande.

Naufragio di Cutro, che cosa è successo? La dinamica

Oggi quando parliamo del naufragio di Cutro parliamo di una tragedia che ha visto la morte di 94 migranti. La strage, che si è verificata in piena notte, ha visto come protagonista un’imbarcazione partita dalla Turchia, con a bordo circa 200 persone, secondo le testimonianze e le ricostruzioni.

Proprio quando la nave si trovava a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro, in Calabria, si arenò e, poco dopo, esplose. L’imbarcazione era già in grande difficoltà per la violenza delle onde del mare. I migranti a bordo caddero in acqua. In molti non riuscirono a sopravvivere.

I primi ad avvertire le Forze dell’ordine furono alcuni pescatori locali, i quali sentirono un grande frastuono e in seguito sentirono le voci, i pianti, le lamentele di tutte le persone finite in mare. Così, volontari e carabinieri, si recarono sul luogo e cercarono di salvare quante più persone possibili.

Le vittime accertate e i sopravvissuti

In un primo momento non fu chiaro quante erano le vittime della tragedia. Secondo i dati aggiornati ad aprile 2023, i morti accertati sono stati 94. Tra questi vi erano anche ragazzi e bambini molto piccoli, addirittura neonati. 80 invece i sopravvissuti e circa 10 i dispersi.

La notte della tragedia era stata messa in moto una grande macchina di ricerca e di salvataggio di altri eventuali superstiti. Le operazioni erano state fortemente ostacolate dal mare mosso. Nei giorni successivi poi le onde continuarono a restituire, di ora in ora, cadaveri di uomini, donne e bambini.

A parlare delle condizioni proibitive del mare che avevano impedito di raggiungere rapidamente l’imbarcazione di prestare i vari soccorsi era stato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Le dichiarazioni del politico in quell’occasione però avevano fatto discutere molto.

Il numero uno del Viminale aveva sostenuto che, per evitare tragedie di questa portata, “non bisognava partire”. Il ministro fu duramente attaccato. Fu accusato di insensibilità e di mancata umanità. Nel frattempo il numero dei deceduti continuava a salire.

Migliaia e migliaia le persone che in tutta Italia mostrarono solidarietà e vicinanza alle vittime di questa tragedia e alle loro famiglie. Sul luogo della strage si recarono i più grandi esponenti politici come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Le indagini e gli sviluppi

Presto furono avviate indagini ed attività investigative da parte degli esperti della procura di Crotone. Queste portarono, il 28 febbraio successivo, all’arresto di tre persone per traffico di esseri umani.

Con il trascorrere del tempo tuttavia, emersero anche delle presunte determinanti fallacie nelle operazioni di soccorso e salvataggio dei migranti in mare.

Diversi esponenti di Governo, tra cui il ministro Piantedosi, affermarono che vi erano stati dei ritardi nella segnalazione delle persone in pericolo a bordo dell’imbarcazione. Le dichiarazioni però furono smentite da alcuni membri ella Guardia di Finanza.

Nei mesi successivi furono fatte diverse perquisizioni anche negli uffici delle Fiamme Gialle. Sono poi state iscritte nel registro degli indagati 6 persone, tra i quali ci furono ufficiali e sottufficiali dei reparti aeronavali della Guardia di finanza di Vibo Valentia, Crotone e Taranto.

L’obiettivo dell’indagine era ed è quello di capire e far luce sui motivi del mancato immediato intervento di soccorso dei migranti. È stata rispettata la normativa che prevede un intervento tempestivo in caso di persone in pericolo di vita? Questa è la principale domanda a cui bisogna trovare una risposta.

Da capire inoltre è di chi sono state le responsabilità. Oggi, che ricorre il primo anniversario del naufragio di Cutro, i dubbi, le domande e anche le polemiche sono ancora tantissime.