È possibile ottenere la pensione con soli 15 anni di contributi, grazie alle deroghe Amato. Queste eccezioni riguardano coloro che possiedono una certa anzianità contributiva entro il 31 dicembre 1992, coloro che hanno l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari alla stessa data o chi ha almeno 10 anni di lavoro discontinuo, insieme ad altri requisiti.

Quanto si prende di pensione con 15 anni di contributi a 67 anni?

Il requisito anagrafico rimane quello della pensione di vecchiaia ordinaria, ossia 67 anni, ma è possibile ottenere la pensione con una deroga al requisito contributivo.

La prima deroga Amato consente l’accesso alla pensione con almeno 15 anni di contribuzione, a condizione che tutti siano accreditati entro il 31 dicembre 1992.

Questa agevolazione include anche i periodi di lavoro all’estero, contributi figurativi, da riscatto e i ricongiunti verso le gestioni INPS.

La deroga si applica sia agli iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS che agli iscritti presso fondi sostitutivi ed esclusivi.

Per comprendere meglio il concetto, immaginiamo un lavoratore dipendente che, nel 2019, ha raggiunto i 67 anni e ha accumulato 17 anni di contributi, tutti entro il 31 dicembre 1992.

In questo caso, se il lavoratore non intende aspettare di raggiungere i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, può richiedere la pensione con la prima deroga Amato, a condizione che tutti i contributi siano stati accumulati prima del 31 dicembre 1992.

Questa possibilità non si applica se il lavoratore ha accumulato contributi anche dopo l’1 gennaio 1993.

Contributi volontari

La seconda eccezione prevede la possibilità di ottenere la pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi, estendendo questa opzione anche a coloro che hanno ottenuto l’autorizzazione dall’INPS per versare contributi volontari entro il 31 dicembre 1992.

È importante notare che non è necessario aver effettuato almeno un versamento volontario entro la stessa data; è sufficiente possedere l’autorizzazione. I 15 anni di contribuzione possono essere accumulati anche dopo il 31 dicembre 1992.

Tuttavia, va sottolineato che questa deroga non si applica a coloro che sono iscritti alle gestioni esclusive dell’INPS, come i dipendenti pubblici, poiché per queste categorie l’autorizzazione ai contributi volontari non poteva essere ottenuta entro il 31 dicembre 1992.

Quindi, ad esempio, se un lavoratore non può usufruire della prima deroga Amato perché ha accumulato contributi anche dopo l’1 gennaio 1993, può comunque accedere alla pensione se ha richiesto la contribuzione figurativa prima del 31 dicembre 1992.

Lavoro discontinuo

La terza deroga Amato, meno conosciuta, permette di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi, a condizione di soddisfare i seguenti requisiti:

  • Almeno 15 anni di contributi da lavoro dipendente, accreditati presso il fondo pensione dei lavoratori dipendenti.
  • Almeno 25 anni di anzianità assicurativa: il primo contributo Inps deve essere versato almeno 25 anni prima della richiesta di pensione, anche se i contributi totali sono inferiori a 25 anni.
  • Almeno 10 anni, durante l’intera carriera lavorativa, devono essere lavorati in modo discontinuo. Non si considera l’annualità lavorata dal 1° gennaio al 31 dicembre, a meno che non siano accreditate almeno 52 settimane contributive. Ciò potrebbe avvenire se si lavora a tempo parziale con una retribuzione inferiore al minimo necessario per l’accredito di un’intera annualità ai fini pensionistici.

Ad esempio: immaginiamo un lavoratore con esattamente 15 anni di contributi, di cui 10 anni non sono stati lavorati interamente, ossia sono state accreditate solo 51 settimane contributive o meno in un anno.

Se il primo contributo è stato versato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione, cioè a 42 anni se il lavoratore raggiunge i 67 anni nel 2019, avrà diritto alla pensione con 15 anni di contributi.

Calcolo

Per determinare l’importo della pensione con 15 anni di contributi, è essenziale disporre di dati specifici, come l’età e il numero di contributi versati. Vediamo i dettagli.

Oltre a ottenere il montante contributivo dell’intera carriera lavorativa attraverso la richiesta dell’Estratto Conto Certificativo (Ecocert) presso l’Inps, e conoscendo l’età presunta di pensionamento, che può essere 67 anni per la pensione di vecchiaia o anticipata a seconda della formula scelta (Ape Sociale, Opzione Donna, Quota 102, Pensione Precoci, Pensione Usuranti, ecc.), è fondamentale conoscere i coefficienti di trasformazione applicabili alle pensioni nel proprio caso.

Il calcolo dell’importo finale della pensione si ottiene moltiplicando il montante contributivo (la somma di tutti i contributi versati durante la carriera lavorativa) per il coefficiente di trasformazione relativo all’età in cui si va in pensione, tenendo conto anche delle frazioni d’anno.