Il suo nome risuona in ogni angolo del globo. Pino D’Angiò si erge come un’icona pop degli anni Ottanta, non solo per la generazione di allora, ma anche per la nuova.

Il brano intramontabile “Ma quale idea”, nato nel 1980, lo consacra come artista senza tempo. Autore per Mina e vincitore di un Grammy con “Don’t call me baby”, i suoi video oggi spopolano con milioni di visualizzazioni, mentre le sue tracce registrano ascolti da milioni di fan sulle piattaforme di streaming. Solo su Spotify, nel corso dei primi 10 mesi del 2023, sono state accumulate un milione e seicentomila ore di ascolto provenienti da 181 Paesi.

Eppure Pino D’Angiò, prima di riprendersi la scena anche a Sanremo nella serata delle cover, ha dovuto affrontare un lungo calvario legato ad una grave malattia e alle sue recidive.

Che malattia ha avuto Pino D’Angiò?

Dopo la prima diagnosi di tumore alle corde vocali, Pino D’Angiò si è interrogato sul motivo di essere stato colpito e ha riproposto la stessa domanda una volta guarito. A novembre, gli è stato asportato un polmone, ma la sua risposta è stata schietta: “Ne avevo comunque due”. Il suo ritorno sul palco, dopo la malattia, è stato accolto da un club affollato di giovani entusiasti nonostante la sua voce, per ovvi motivi, non sia più quella di un tempo.

Il cantante ha raccontato in un’intervista a Il Giornale:

Mi sono operato 6 volte per via delle recidive e poi è partito il tumore polmonare. Ho fatto radioterapia e chemioterapia. Nell’ultimo anno è ripartito un altro tumore polmonare. Mi hanno tolto un polmone, per fortuna ne ho due. Alla fine di qualcosa, prima o poi, dobbiamo morire. Ho già ricevuto tanti bonus. Ho pure ricevuto tanti soldi, senza neanche chiederli. Per cui, non posso pretendere di più di quello che ho già avuto fino ad adesso. Dopo le operazioni alla gola ero praticamente fuori dai giochi e non mi ero ritirato. Sono ritornato a fare questo lavoro ed è stato un successo clamoroso, soprattutto in funzione del fatto che io ho 70 anni e mi vengono a sentire persone di venti. Cosa posso volere di più? Non pretendo un fico secco, se me ne devo andare, me ne vado.