In Italia, l’utilizzo diffuso del contante persiste, a differenza di altri paesi europei dove le persone si sono abituate alla moneta elettronica a discapito delle banconote.

È importante informarsi sulle ultime novità riguardanti l’uso del contante La Legge di Bilancio 2023, nello specifico l’art.1, comma 384, ha introdotto una nuova limitazione, vietando gli scambi di denaro contante pari o superiori a 5.000 euro dal 1 gennaio 2023. Ma cosa succede per i versamenti in banca? È necessario rispettare lo stesso limite di 5.000 euro o si possono depositare importi superiori?

Quanti contanti posso versare al bancomat?

La legge non impone limiti ai versamenti bancari, permettendo la libertà di depositare qualsiasi somma desiderata. Tuttavia, è importante fare attenzione, poiché depositi consistenti potrebbero attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, un’eventualità che probabilmente preferireste evitare.

Inizialmente, è fondamentale comprendere che, benché non esistano divieti espliciti, la banca è tenuta a segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) ogni operazione di prelievo o versamento che superi i 10.000 euro nel corso di un mese. È importante notare che questa segnalazione non è limitata ai casi in cui i 10.000 euro vengano trasferiti o prelevati in un’unica transazione, ma si applica anche a importi frazionati nello stesso periodo.

Oltre a tali norme, e nonostante l’assenza di limiti legali specifici, è sempre prudente prestare attenzione alle somme depositate. Infatti, nel caso di versamenti di importi considerevoli, l’Agenzia delle Entrate potrebbe avviare un accertamento per verificare l’origine del denaro.

Cosa succede se il Fisco ritiene sospetto un versamento in contanti?

Secondo il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), ogni versamento in banca o accredito tramite bonifico è presunto un ricavo e deve essere dichiarato e tassato. Se depositate una somma notevole e l’Agenzia delle Entrate ne viene a conoscenza, condurrà un controllo della vostra dichiarazione dei redditi. Se questa verifica non è positiva, riceverete una comunicazione che richiederà spiegazioni sul versamento.

Non tutti i versamenti sono automaticamente considerati ricavi; possono anche derivare da fonti esenti da tassazione, come vincite o donazioni. In questi casi, dovrete dimostrare l’origine del denaro, evitando così problemi futuri. In sintesi, è consigliabile essere cauti soprattutto quando si effettuano versamenti di somme rilevanti, assicurandosi che siano ricavi dichiarati o fondi adeguatamente giustificati.