Le criptovalute hanno ormai fatto il loro ingresso nell’agenda politica degli Stati Uniti. Se sino a qualche anno fa l’orientamento largamente prevalente tra i politici statunitensi nei confronti degli asset digitali era il fastidio, ora la situazione si presenta molto più articolata.

Se, però, sinora non si era mai verificato uno scontro elettorale tra candidati caratterizzati da posizione del tutto divergenti sulla questione, tale lacuna sta per essere colmata. Per il seggio senatoriale del Massachusetts, infatti, concorrono Elizabeth Warren, democratica, e John Deaton, repubblicano.

Una sfida la quale si prospetta molto serrata, alla luce del comportamento non proprio amichevole assunto dalla Warren. L’attuale senatrice, nota per le sue battaglie contro le criptovalute, ha infatti definito il suo avversario una “formidabile minaccia”.

Warren vs Deaton: le criptovalute al centro della battaglia elettorale

Il Massachusetts si prospetta alla stregua di una vera e propria arena, in uno scontro feroce che vede il ballo il suo seggio senatoriale. A contenderselo Elizabeth Warren e John Deaton, in quella che può essere considerata una sfida simbolica.

La Warren, infatti, ormai da tempo si è messa in mostra per il suo atteggiamento risolutamente contrario alle criptovalute. Un atteggiamento che ha di fatto confermato con la recente presentazione di un progetto di legge in tema, il Digital Asset Anti-Money Laundering Act (DAAMLA).

Un progetto il quale ha preoccupato la Blockchain Association, spingendola a inviare una comunicazione ai rappresentanti per contrastarne la portata. La contrapposizione totale si è ora spostata sul piano elettorale, con la discesa in campo di John Deaton.

Avvocato repubblicano del Rhode Island, questi è già ampiamente noto per le posizioni assunte a favore di Ripple nella causa intentata dalla Securities and Exchange Commission (SEC), contro XRP. Una vertenza che è ancora in attesa della definitiva conclusione, dopo alcune fasi favorevoli all’azienda.

La battaglia si è già infiammata

Se qualcuno pensava che la contrapposizione sul tema degli asset virtuali non fosse sufficiente per infiammare gli animi, la controprova è immediatamente arrivata. La Warren, infatti, dopo aver affermato la pericolosità di Deaton, ha immediatamente mobilitato i suoi sostenitori per respingerla. Non senza aggiungere che ritiene fuori luogo il fatto che il suo avversario non risieda nello Stato. Il sottinteso è abbastanza evidente: come può uno che non conosce il territorio, rappresentarlo al meglio?

Alle parole, peraltro, hanno presto seguito i fatti. Le e-mail della campagna “Warren for Senate”, che sono state da poco rivelate, sottolineano l’urgenza di sostenere finanziariamente la Warren in vista di quella che la stessa senatrice percepisce come una sfida impegnativa.

L’annuncio della candidatura di Deaton risale ad appena una settimana fa, e se le premesse saranno confermate si preannuncia una sfida al calor bianco. Con un dibattito destinato a incentrarsi proprio sugli asset virtuali.

Un aspetto che può essere colto nelle parole della Warren. Proprio lei, infatti, ha affermato che dopo la presentazione del DAAMLA la lobby delle criptovalute le avrebbe messo un bersaglio sulle spalle. Il settore che ruota intorno all’innovazione finanziaria, in effetti, ha criticato il suo progetto affermando che soffocherebbe lo sviluppo della blockchain. Non stupirebbe la decisione di contrastare sul paino elettorale la senatrice democratica.

La decisione di Deaton sembra in effetti sospetta, sotto questo punto di vista. Perché proprio il Massachusetts, considerata l’estraneità dell’avvocato rispetto a questo Stato? La ragione, secondo molti osservatori, è da collegare proprio alle posizioni favorevoli alle criptovalute da lui ripetutamente espresse. Non solo nel caso che vede contrapposti SEC e Ripple, ma anche nella vicenda terminata con il successo di Grayscale contro l’autorità di controllo dei mercati finanziari USA.

Il Massachusetts è soltanto l’antipasto?

Le primarie democratiche e repubblicane avranno luogo il prossimo 3 settembre. Sino a quel momento è lecito attendersi una campagna molto serrata per il Senato. In cui il tema degli asset virtuali è destinato ad aggiungersi a quelli più tradizionali.

La collisione tra coloro che intendono controllare strettamente le criptovalute e i sostenitori dell’innovazione finanziaria è ormai evidente. Oggi l’arena è il Massachusetts, nell’ultima parte dell’anno potrebbe essere la Casa Bianca. Con un curioso ribaltamento di prospettive, considerato l’evidente fastidio da sempre esplicitato da Donald Trump nei confronti di Bitcoin e CBDC e la chiara preferenza per il dollaro reale.