Nato in Liguria nel 1896, dal carattere brusco ma generoso, Sandro Pertini fu un importantissimo personaggio politico in Italia: ripercorriamo insieme le tappe principali della sua carriera, i suoi successi, la causa della morte e le curiosità sulla sua vita privata.

Sandro Pertini, la causa della morte dell’ex Presidente della Repubblica

Sandro Pertini si spense all’età di 93 anni a Roma la sera del 24 febbraio 1990: la causa della morte fu una complicazione legata ad una caduta avvenuta pochi giorni prima nel suo appartamento privato. Come da sua espressa volontà, non ci furono esequie pubbliche.

La sua salma fu cremata e le ceneri portate nella tomba di famiglia presso il suo paese natale, Stella San Giovanni, in provincia di Savona. Era nato il 25 settembre 1896.

Oltre ad un politico, è stato anche un giornalista ed un partigiano. Ha combattuto durante la Prima guerra mondiale sul fronte dell’Isonzo. Nel dopoguerra aderì al Partito Socialista di Filippo Turati. Si distinse per le sue battaglie anti-fasciste.

Ha ricoperto il ruolo di Presidente della Repubblica dal luglio del 1978 al 1985. Durante gli anni al Quirinale si fece notare per la sua interpretazione attiva e dinamica nella soluzione di crisi di governo. Si propose spesso e volentieri come interlocutore diretto con la Nazione e con i suoi cittadini.

La carriera e il partito

Dottore in Legge e in Scienze sociali, Sandro Pertini ha partecipato quando era ancora giovanissimo alla Prima guerra mondiale. Era tenente dei mitraglieri. Dopo la conclusione del conflitto, si iscrisse al Partito Socialista, nel quale militò per tanti anni, svolgendo ruoli in modo attivo.

Fu inoltre un grande protagonista dell’antifascismo ligure, combattendo per proporre all’Italia e agli italiani un governo democratico e più libero, in contrasto con l’egemonia del fascismo. Esattamente come altri giovani della sua generazione, proprio alla luce delle sue attività, in quel periodo storico venne incarcerato.

Fu un protagonista della Resistenza. Era il 1925 quando fu condannato per la prima volta per aver redatto e diffuso un opuscolo antifascista. Due anni dopo subì un’ulteriore condanna per aver favorito l’espatrio di Turati in Francia.

Per tutti questi anni, il giovane socialista continuò a mantenere un’intensa attività di dialogo con le masse operaie e con i ragazzi e le ragazze italiane.

Trascorse un breve periodo all’estero, ma poi decise di rientrare in Italia munito di passaporto falso. Nel 1900 fu riconosciuto e arrestato a 11 anni di reclusione. Ne scontò 7 e poi fu confinato a Ponza e Ventotene.

Fu liberato nell’agosto del 1943 pochi mesi dopo fu arrestato nuovamente dalle SS e condannato a morte.

A gennaio del 1944 riuscì ad evadere dal carcere romano di Regina Coeli. Riuscì ad arrivare a Milano, dove diventò uno dei maggiori dirigenti del Comitato di liberazione nazionale. Tutto cambiò con la fine della guerra.

Fu segretario del PSI, direttore dell’organo di stampa di partito Avanti!, poi senatore e deputato. Dal ’68 al ’76 fu Presidente della Camera dei deputati.

Poi arrivò, per il politico socialista, il Quirinale. Si contraddistinse per la sua grande capacità comunicativa, per l’utilizzo di un linguaggio semplice ed efficace e soprattutto per la praticità delle sue azioni e delle sue decisioni.

Aveva uno stile schietto e talvolta duro. Nel corso del suo mandato dovette affrontare diverse crisi, che cercò di risolvere con forza e determinazione.

Terminato il mandato presidenziale, nel giugno del 1985, divenne senatore a vita, come da suo diritto.

Moglie e figli: la vita privata

Sandro Pertini era sposato con Carla Voltolina, giornalista e partigiana di origini torinesi, nata nel giugno del 1921. Era è stata proprio lei a raccogliere diverso materiale del marito per dare vita all’archivio della Fondazione Pertini, di cui è stata presidente dal 1995 al 2002.

La coppia curiosamente non risiedeva al Quirinale. La moglie del Capo dello Stato era una persona abbastanza riservata e non amava farsi vedere e riconoscere.

La donna poi si è spenta nel 2005.