In pensione con l’Ape sociale o Quota 41? Chi può andare in pensione con quota 41? Chi può andare in pensione con l’Ape sociale nel 2024? È più vantaggiosa Quota 41 o l’Ape sociale? Sono molte le domande ricevute che sollevano il problema della differenza tra l’anticipo pensionistico e la pensione precoce.”

 Quando si è prossimi alla pensione o si predispone un attento piano previdenziale per cogliere il momento giusto per il pensionamento, qualsiasi scelta venga presa deve essere ponderata. Nessuna eccezione nella lista delle possibilità previdenziali, se l’obiettivo è quello di pensionarsi con un assegno che rispecchi le proprie esigenze o quantomeno sia sufficiente a garantire una vita da pensionato almeno dignitosa.

Molti lavoratori hanno paura di ritrovarsi nel bel mezzo del buio tra la fatica di un lavoro e la pensione dall’importo irrisorio, per questo motivo cercheremo di dare una risposta a coloro che sono indecisi tra l’Ape sociale e Quota 41.

In pensione con Ape sociale o Quota 41

 Il sistema pensionistico italiano non ha ancora abbandonato le vecchie regole della legge Fornero; in assenza di nuove riforme che permettano un’uscita anticipata e flessibile, le uniche possibilità di ritirarsi prima dal lavoro sono racchiuse nella misura dell’Ape sociale e nella Quota 41.

Tuttavia, è anche vero che non tutti i lavoratori possono beneficiare dell’Ape sociale, così come l’accesso alla Quota 41 è riservato a una determinata categoria di lavoratori. Vediamo insieme quali sono le differenze e quale misura conviene di più per anticipare l’uscita dal lavoro senza dover restare in servizio fino a 67 anni di età.

Ape sociale e Quota 41: le differenze

Partiamo dall’anticipo pensionistico Ape sociale. Innanzitutto, non si tratta di una pensione, ma bensì di un’indennità garantita dallo Stato italiano. Questo è il primo aspetto da valutare attentamente, anche perché l’Ape sociale viene garantita per 12 mensilità e, non essendo una pensione diretta, non prevede la rivalutazione del trattamento, né l’integrazione al minimo.

Inoltre, cessa in caso di decesso del titolare e non è reversibile ai superstiti. L’importo massimo erogabile è pari a 1.500 euro, riconosciuto fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario.

Per usufruire di questa indennità è necessario aver maturato 63 anni e 5 mesi con un montante contributivo di 30 o 36 anni, in base alla categoria di lavoro, individuata tra lavoratori disoccupati, caregiver, invalidi civili e lavoratori gravosi.

Quota 41 precoci

 Nell’interesse di tutelare i lavoratori, è importante sottolineare che la pensione per i lavoratori precoci è una prestazione erogata a coloro che maturano 41 anni di versamenti, indipendentemente dall’età anagrafica al momento della richiesta del trattamento.

La misura si rivolge a coloro che hanno iniziato a lavorare a 18 anni di età e hanno accumulato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima di compiere 19 anni. Tutti i lavoratori che soddisfano questi requisiti e raggiungono i 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2026 possono richiedere l’accesso alla pensione Quota 41 precoci, senza limiti di età.

È importante precisare che per accedere alla misura non è sufficiente aver accumulato un anno di contribuzione prima dei 19 anni di età, ma è necessario appartenere anche a una delle seguenti categorie di lavoratori tutelati dalla normativa, tra cui i lavoratori impiegati in mansioni faticose e gravose.

Inoltre, la pensione anticipata Quota 41 è una pensione diretta con tutti i relativi diritti connessi. La misura è reversibile, soggetta a rivalutazione e può essere integrata fino al trattamento minimo.

 In pensione con Ape sociale o Quota 41: che faccio?

Le due misure non sono equivalenti, poiché la Quota 41 precoci è una pensione anticipata, mentre l’Ape sociale è un anticipo pensionistico che funge da ponte verso la pensione. Tuttavia, entrambe sono rivolte alla stessa categoria di lavoratori, offrendo un accesso agevolato alla pensione.

Per quanto riguarda l’Ape sociale, coloro che intendono richiederla devono presentare la domanda per la verifica del diritto al trattamento entro il 31 marzo, il 15 luglio e il 30 novembre 2024.

Per quanto riguarda l’accesso alla pensione anticipata Quota 41, invece, è necessario presentare la domanda per la verifica del diritto al trattamento entro il 1° marzo e non oltre il 30 novembre 2024.

In conclusione, per determinare quale opzione sia più vantaggiosa, si consiglia di consultare un esperto in materia previdenziale al fine di valutare attentamente la propria situazione e ricevere un’analisi personalizzata.