Nervos Network si propone una missione estremamente ambiziosa: stabilire una comunicazione tra tutte le blockchain, le dApps e i sistemi di finanza decentralizzata grazie ad una rete ultra-veloce, scalabile e popolata da un gran numero di servizi.

Un progetto che ha di conseguenza attirato sguardi molto interessati, soprattutto in considerazione del fatto che si muove in quell’ambito DeFi che è considerato una vera e propria miniera d’oro, in ottica futura.

Nervos Network: cos’è e cosa si propone

Nervos Network è una blockchain pubblica open source che si propone di fungere da vere proprio hub tra una serie di reti in modo da formare un sistema peer-to-peer (P2P) in grado di offrire un terreno comune per lo sviluppo di applicazioni decentralizzate, soluzioni DLT e, in genere, rivolte alla DeFi.

Lanciata nel novembre del 2019, la sua mainnet si configura con una innovativa architettura a doppio strato. Il livello di base è adibito ad ospitare il meccanismo di consenso e archiviare smart contract, mentre sul secondo avvengono i calcoli per rendere possibile l’elaborazione delle transazioni.

Ne consegue un notevole alleggerimento del carico di lavoro spettante al primo livello, tale da tradursi in una minore congestione e, di conseguenza, in velocità transazionale più elevata rispetto ai sistemi che concentrano tutte le operazioni su un solo livello.

Il livello di base, indicato anche come Common Knowledge Base, vede la presenza di un token nativo, CKB (CKByte). Il meccanismo di consenso adottato è il Proof-of-Work (PoW) tipico di Bitcoin. I minatori, quindi, per aggiungere blocchi alla catena devono possedere le risorse computazionali necessarie per poter svolgere complessi problemi di carattere matematico. In cambio del lavoro prestato per mantenere in sicurezza la rete sono compensati con CKB.

CKB può essere utilizzato per il pagamento dell’esecuzione dei contratti intelligenti sulla piattaforma, oltre che per l’utilizzo di risorse tramite applicazioni decentralizzate. Inoltre può essere bloccato in staking, conferendo ai possessori la possibilità di avere una rendita passiva. Per quanto riguarda la sua tokenomics l’offerta totale è di 43.510.781.425 monete.

Come funziona Nervos Network?

Gli utenti che si rivolgono a Nervos Network hanno accesso a una macchina virtuale completa di Turing, in grado di elaborare le applicazioni decentralizzate facendo leva sulla presenza di smart contract. Lo sviluppo delle applicazioni decentralizzate è inoltre facilitato dal Nervos Network IDE. Le modifiche sulla blockchain e il loro tracciamento sono a loro volta rese possibili dal modello di contabilità UTXO tipico di Bitcoin.

Altra peculiarità di Nervos Network è la possibilità di scalare senza causare danni alla struttura, in termini di sicurezza. A renderlo possibile è il modello a celle che è stato adottato dall’azienda. In pratica, le transazioni avvengono in parallelo, evitando lo stato di stress della rete. Per effetto di questa scelta, un utente in possesso di una determinata quantità di token è in grado di creare celle all’interno della blockchain. Le tariffe di stoccaggio sono proporzionali alla quantità di spazio occupato e del tempo desiderato.

Chi c’è dietro Nervos Network?

La fondazione di Nervos Network è stata condotta in porto da tre personalità già note per il loro cammino professionale. Si tratta di:

  • Kevin Wang, già consulente del Silicon Valley Lab di IBM e segnalatosi nella veste di ingegnere per soluzioni aziendali e dati;
  • Terry Tai, in precedenza impiegato in qualità di sviluppatore all’interno di Yunbi e dell’exchange crypto Peatio;
  • Daniel Lv, ex CTO di imToken e Yunbi.

Il lavoro di preparazione è iniziato nel corso del 2018, tendendo a dare risposte ai problemi di scalabilità tipici delle reti layer 1 e alle vulnerabilità degli smart contract. Il disegno di partenza è stato subito indirizzato al mondo delle imprese, prefigurando soluzioni in grado di essere sfruttate al loro interno.

Prospettive per il futuro

Al momento, Nervos Network occupa il 136° posto nella classifica di CoinMarketCap, con una capitalizzazione di mercato che supera i 445 milioni di dollari. Si tratta quindi di un progetto ancora di nicchia, che potrebbe però esplodere nell’immediato futuro.

A renderlo possibile soprattutto il proposito che lo anima, ovvero fungere da vero e proprio hub per un ecosistema in grado di stabilire interazioni con altre reti e offrire strumenti ideali per gli sviluppatori. Occorre anche notare l’attenzione ai problemi di sicurezza tipici delle blockchain. Periodicamente, infatti, i suoi utenti sono chiamati a partecipare ad hackaton, con premi in denaro per chi ravvisi vulnerabilità nel sistema. Un’attenzione la quale potrebbe essere vista con molto favore dagli investitori.