Bonus edilizi, sarà un mix di sconti per ristrutturare casa nel 2024. Quali utilizzare dal momento che il superbonus ha una percentuale sempre più ridotta? La conversione in legge del decreto “Salva spese” – atteso alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro il 28 febbraio prossimo – sancisce la fine della supremazia del superbonus di questi ultimi anni. Infatti, con il provvedimento non sono arrivate quelle proroghe che si richiedevano per avere, almeno per parte del 2024, detrazioni e sconti del 110% o del 90%, aliquote in vigore fino al 31 dicembre 2023.

Il superbonus, per le spese di interventi edilizi sostenute dal 1° gennaio 2024, è sceso al 70 per cento, in attesa dell’ulteriore riduzione a decorrere dal 1° gennaio 2025 al 65 per cento. È diventato, a tutti gli effetti, un normale bonus per i lavori in edilizia, con percentuali anche al di sotto di alcune agevolazioni ad oggi in vigore.

E, pertanto, per ristrutturare la casa è possibile utilizzare più bonus edilizi che possano consentire una migliore agevolazione rispetto allo stesso superbonus, con percentuali che arrivano anche all’85%. Le difficoltà ci sono e consistono nelle strette introdotte all’utilizzo dello sconto in fattura (o della cessione dei crediti d’imposta) e dall’incapienza, per molti contribuenti, della proprie tasse ai fini della detrazione fiscale.

Bonus edilizi, un mix di sconti per ristrutturare casa: ecco quali usare senza il superbonus nel 2024

Si può usare un mix di bonus edilizi per ristrutturare la propria casa nel 2024, dal momento che il superbonus è sceso ai livelli (se non al di sotto) di varie agevolazioni fiscali ad oggi in vigore. Con il superbonus al 70% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024, le alternative più immediate sono quelle di ricorrere agli sconti assicurati dal sismabonus, che può raggiungere la percentuale dell’85%, non troppo distante dal 90% di superbonus in vigore fino al 31 dicembre 2023.

Bonus mix sconti 2024, le alternative al superbonus

Nel caso dei lavori all’interno di condomini, si può ricorrere all’ecobonus che ha come percentuale di agevolazione fiscale il 75%. La stessa del bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche che, a fronte del 75% di sconto, consente di intervenire con lavori su scale, servoscale, piattaforme elevatrici, ascensori e rampe. Proprio il decreto 212 del 29 dicembre 2023 (cosiddetto decreto “Salva spese”), ha ridotto il perimetro dei lavori ammessi al bonus anti barriere architettoniche rispetto a quelli del 2023.

Nello scorso anno, infatti, si utilizzava questo bonus anche per lavori all’interno delle unità abitative dei condomini e di quelle autonome per il cambio degli infissi, del pavimento, delle porte, delle finestre e dei sanitari del bagno. La conversione in legge del decreto 212 del 2023 conferma l’esclusione di questi lavori a meno che non si abbiano nel nucleo familiare componenti disabili.

Superbonus, con la fine della cessione crediti rimane la detrazione fiscale

L’assenza di un vero superbonus sui lavori edilizi (che copra il 100% dei costi e riservi anche un premio aggiuntivo, in percentuale), tuttavia, non sarà indolore, soprattutto per i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione dei condomini. Infatti, con il superbonus i condomini, nella stragrande necessità dei casi, non avevano bisogno di anticipare le spese, grazie allo sconto in fattura o alla cessione dei crediti.

Già da un anno, con il decreto 11 del 17 febbraio 2023, le due opzioni sono state bloccate, se non per casi estremi. Il blocco vige non solo sul superbonus, ma anche sugli altri bonus edilizi. Rimane, dunque, la sola detrazione fiscale per la parte agevolata dal bonus (la restante parte deve essere finanziata dai condomini).

Chi non ha capienza fiscale non riesce a smaltire la propria quota di detrazione nella dichiarazione dei redditi e, dunque, a rientrare delle spese. Ciò comporta che molti condomini non siano d’accordo nel programmare e deliberare interventi di efficientamento energetico.